La parabola di Susanna Ceccardi
Ascesa e caduta (?) della leonessa di Zambra, pupilla di Matteo Salvini
Alla fine la "spallata" è arrivata, ma dal centrosinistra. A Cascina, il giorno dopo il ballottaggio che ha incoronato Michelangelo Betti come nuovo sindaco della città, si torna a fare i conti con il (recente) passato.
Qua, infatti, il 19 giugno 2016, quattro anni e mezzo fa (per la precisione 1.569 giorni), la Lega e Susanna Ceccardi iniziarono la loro scalata pisana, prima con la presa di Cascina, poi, solo dopo due anni (era il 25 giugno 2018), di Pisa.
Il successo ottenuto a Cascina, risicato e fatto di 101 voti in più rispetto all'avversario (Ceccardi 8.897 voti per il 50,29 %; Antonelli 8.796 voti per il 49,71%), dette vita al fenomeno "Ceccardi": la "leonessa", per qualcuno, la "leonessa della piana", per i più maliziosi e detrattori.
Un fenomeno seguito in tutta Italia e in Europa, con Cascina diventata in poco tempo laboratorio politico della "nuova destra" nazionale ed internazionale: quella dei sovranismi.
Susanna Ceccardi diventò la "preferita" del segretario della Lega Matteo Salvini, che il giorno dopo i ballottaggi dichiarò: "Perchè dovrei fare una conferenza stampa a Milano? Oggi quasi quasi la faccio a Cascina, nella rossa Toscana, dove abbiamo vinto con una squadra di ragazzi. Perchè è il segno che dove c'è la Lega che lavora bene si vince, dove il centrodestra non si divide o litiga si vince. E per i 5 Stelle non c'è spazio".
Da lì in avanti, anche se con diversi problemi accumulati in poco meno di due anni nella gestione della sua giunta (tra cambi di assessori, accuse di abusi edilizi e lauree millantate), Susanna Ceccardi diventò il simbolo dello "sfondamento" della destra in Toscana e del "ruspismo" integralista, quello più puro e a caccia dei "feudi rossi" sparsi per lo Stivale.
Arriviamo così alle elezioni politiche del marzo 2018, quando dalla Lega nazionale la decisione fu netta, candidare "altri" al posto di Susanna Ceccardi, con l'elezione a Roma di ben tre leghisti "cascinesi": Edoardo Ziello, Donatella Legnaioli e Rosellina Sbrana.
Per Susanna Ceccardi, però, non fu una sconfitta politica e la promozione a Roma arrivò qualche mese dopo, a settembre, quando il "capitano" della Lega Matteo Salvini, Ministro degli Interni in carica, la nominò responsabile del programma di governo e dell’attività parlamentare.
Un incarico di prestigio nella capitale e interno al Governo giallo-verde.
Tutto, in generale, per la "leonessa" di Zambra filava liscio e in ottobre, dalla Lega nazionale arrivò un'altra promozione, quella a commissaria del partito per la Toscana.
Le cose andavano così bene, che nemmeno un anno dopo, a maggio 2019, con 48.241 preferenze nella Circoscrizione 3 Italia Centrale, Ceccardi fu eletta parlamentare europea, seconda, tra le file della Lega, solo a Matteo Salvini.
Anche in questioni di cuore Susanna Ceccardi volava in alto e a settembre 2019, dall'amore con Andrea Barabotti, nasceva la primogenita Kinzica.
Ancora convalescente dal parto, la nuova chiamata della Lega nazionale non si fece attendere e Susanna Ceccardi, già sindaca di Cascina e ora eurodeputata (il Comune era passato al reggente Dario Rollo), fu subito associata alla possibile candidatura alla Regione Toscana.
Dopo lungo travaglio, l'ufficializzazione arrivò a marzo 2020, quando sciolte le riserve e trovata la quadra con le forze in coalizione, Ceccardi fu lanciata nell'arena regionale per la carica di presidente della Toscana.
Di poche settimane fa (il 21 settembre) il brutto Ko ricevuto dalle urne, con la sconfitta sul candidato del centrosinistra Eugenio Giani, divenuto presidente con oltre otto punti percentuali di vantaggio (48,62% contro il 40,46% della leonessa).
La "spallata" in Toscana non c'è stata e il percorso di crescita subisce una brusca frenata.
Ieri un'altra sconfitta, cocente e nettissima, soprattutto per la Lega e per Susanna Ceccardi, superate e battute dal candidato del centosinistra anche a Zambra, nella sezione di "casa" della pupilla di Matteo Salvini. In due settimane, caduta nella polvere dopo avere attraversato il firmamento politico nazionale da protagonista.
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