La posizione di Sinistra per Cascina sui migranti

Politica
Cascina
Lunedì, 9 Maggio 2016

La lista Sinistra per Cascina prende posizione sulla vicenda dei progughi ospitati nel territorio Cascinese e lo fa con un comunicato che di seguito vi riportiamo integralmente:

"Negli ultimi due decenni abbiamo assistito ad una radicale, veloce e complessa evoluzione delle dinamiche geopolitiche internazionali che, se fino a pochi anni fa toccavano marginalmente il nostro continente ed il nostro paese, oggi lo coinvolgono in prima linea, chiamando ad un ruolo diverso tanto lo stato, quanto i territori locali.

Il fenomeno delle migrazioni (termine da usare necessariamente al plurale) ha ridisegnato il quadro delle priorità internazionali e nazionali e chiamato le comunità ad avere un ruolo nuovo e decisivo, che offre l’opportunità di intravedere un più evoluto quadro di sviluppo civile ed economico per le nostre società.

Numerosi cittadini di paesi stranieri hanno scelto le nostre comunità per insediarsi ed iniziare una nuova vita lontani dal proprio paese d’origine. Com’è avvenuto per molti europei nella storia, le condizioni di vita nei loro paesi d’origine hanno reso necessaria questa scelta difficile, carica di incertezza, paure e grandi difficoltà nel paese d’arrivo, il nostro.

Il passare degli anni ci ha dimostrato come i cittadini stranieri di qualunque provenienza a cui viene autenticamente offerta la possibilità di crescere e realizzarsi nel paese d’arrivo tendano ad andare ad integrare la “nuova” società apportando tutto il potenziale di conoscenze e ricchezza culturale di cui sono portatori. Allo stesso modo si è visto come le situazioni di marginalità ed esclusione abbiano generato episodi di illegalità e scarsa partecipazione alla vita comunitaria.

E’ fondamentale quindi che si percepisca a livello locale la necessità di sostenere coscienti e condivise politiche attive di integrazione, dall’intercultura alla tutela giuridica degli stranieri per consentire il mantenimento del permesso di soggiorno ed evitare lo scivolamento in condizioni di illegalità, primo fondamentale passo per politiche concrete di inclusione delle e dei migranti. I Comuni devono garantire spazi per la socialità, la promozione culturale, la discussione politica e promuovere la sensibilizzazione della cittadinanza verso la necessità di non escludere nessun cittadino dalla piena partecipazione alla vita del territorio.

Il fenomeno più recente dell’arrivo di cittadini provenienti dai paesi del medio oriente è un tema profondamente legato a quello vissuto finora. È necessario che la fuga forzata di queste famiglie dalla guerra o dalla caduta in povertà estrema, dal pericolo che nasce dalla guerra, dalla insicurezza in paesi segnati dalla violenza e dalla mancanza di qualunque prospettiva di vita degna, trovi nel nostro come in altri paesi, nella nostra come in altre comunità, un approdo sicuro. È importante considerare che spesso il viaggio di coloro che riescono ad arrivare alle porte d’Europa e d’Italia è segnato dalla perdita di amici e familiari in un lungo viaggio privo di sicurezze e tutela.

Questo processo globale di cambiamento non si invertirà fino a che condizioni di reale stabilità politica e sviluppo dei paesi di provenienza dei migranti non torneranno ad essere garantite. Se questo è compito della politica nazionale ed internazionale, il compito delle amministrazioni locali è quello di farsi motore di un cambiamento di prospettiva dal basso. È fondamentale che la nostra comunità faccia una riflessione collettiva sulla responsabilità cui siamo chiamati nell’accoglienza di altri esseri umani in grave difficoltà. È altrettanto importante che riusciamo a comprendere quanto di positivo questo fenomeno inarrestabile possa rappresentare per la nostra società.

In questo quadro l’amministrazione deve necessariamente farsi garante del rispetto delle regole e dei diritti di tutti i cittadini in egual modo, coinvolgendo i residenti a Cascina nella propria visione per lo sviluppo sociale del territorio e consentendo come previsto dalla legge e da un più generale principio di solidarietà umana, l’arrivo sicuro di nuovi abitanti nel nostro comune. È necessario da parte di tutti uno sforzo di comprensione delle condizioni in cui questi nuovi cittadini si trovano a versare e pretendere che il loro soggiorno sul nostro territorio sia sereno e sicuro e che consenta loro di recuperare la tranquillità necessaria in questo momento difficile.

Sentiamo la necessità di ribadire con forza il ruolo del nostro territorio come luogo di accoglienza di individui in difficoltà, di contro al diffondersi di tendenze esclusive e di diffidenza verso la diversità. Non possiamo che condannare la speculazione politica avvenuta in questi giorni sulla vicenda dell’arrivo di cittadini stranieri nel nostro comune. Ci delude il livello del dibattito politico scaturito da questa vicenda, che ha visto da più parti alzare i toni di una polemica infondata e violenta al limite del rispetto.

La crisi economica che ormai si protrae da diversi anni ha portato con sé contrazione dell’occupazione, allargamento delle fasce di popolazione in condizioni di debolezza e disagio, difficoltà del welfare nel far fronte a livelli crescenti di bisogno. D'altronde la crescente sensazione di distacco delle persone dalla comunità e di distanza della politica dalla vita dei cittadini, oltre all'affievolirsi dei vincoli e delle forme di coesione sociale, porta molte persone dall’indignazione fino all’orlo dell’esasperazione.

Siamo certi che tornando a condividere con i cittadini le scelte dell’amministrazione e contribuendo assieme ai cittadini a ridisegnare un’idea di città attenta alle esigenze di tutti, nessuno escluso, la nostra comunità possa ritrovare la forza di essere giusta, eguale e accogliente per coloro che vorranno portare il proprio contributo di vita. Cascina ha dimostrato in passato di poter essere il luogo di fioritura di importanti iniziative di solidarietà, e siamo certi che non perderà l’occasione di ritrovarsi come luogo di accoglienza.

Come primo passo chiediamo che il nostro Comune aderisca all’appello del Sindaco di Barcellona, Ada Colau, per la costituzione di una rete di città-rifugio, coerentemente con l'atteggiamento dimostrato fino ad oggi nelle parole e nei fatti:
Abbiamo un mare pieno di morti. Confini che si riempiono di fili, di pali, di lame... E di morti. Uomini, donne, bambini e bambine, morti. E una parte di europa piange, grida, vuole che si salvino, che non muoiano, ma... Ma che non vengano, che se ne vadano, che spariscano, che non esistano e che non dobbiamo vederli in tv, e ancora meno nelle nostre strade, con le loro coperte, in metropolitana, o sulle scale delle nostre case. Alcuni alimentano irresponsabilmente la paura per "gli altri", "i clandestini", "quelli che vengono a vendere senza licenza","a beneficiare della nostra sanità", "a prendersi i nostri aiuti", "a occupare i nostri posti nelle scuole", "a chiedere", "a mendicare", "a delinquere"... Però la paura è solamente questo: paura. La nostra paura di vivere un poco peggio, contro la loro paura di non sopravvivere. La nostra paura di dover condividere una piccola parte del benessere, contro la loro paura della fame e della morte, così profonda che gli ha dato il coraggio di rischiare tutto, per venire senza nessun bagaglio se non la propria paura Paura contro paura. E la loro è più forte. Quindi Europa, europei, apriamo gli occhi. Non ci saranno sufficienti muri, né filo spinato che blocchino tutto questo. Né gas lacrimogeni, né proiettili di gomma. O affrontiamo questo dramma umano partendo dalla capacità di amare che ci rende umani, o finiremo tutti disumanizzati. E ci saranno altri morti, molti altri. Questa non è una battaglia per proteggerci ‘dagli altri’. In questo istante, questa è una guerra per la vita. Che i Governi smettano di sventolare lo spauracchio dell’”effetto chiamata”. Ciò di cui ha bisogno l’Europa, urgentemente, è una ‘chiamata’ all’affetto, una chiamata all’empatia. Potrebbero essere i nostri figli, le nostre sorelle o le nostre madri. Potremmo essere noi, come tanti dei nostri nonni che furono esiliati. Anche se si tratta di un tema di competenza statale ed europea, da Barcellona faremo tutto il possibile per partecipare a una rete di città-rifugio. Vogliamo città impegnate per i diritti umani e per la vita, città di cui essere fieri.” (Ada Colau, Sindaco di Barcellona, 29 Agosto 2015)"

massimo.corsini