La Ruspa e la Roccia
Venti punti in percentuale di differenza sono tanti. Più di qualsiasi più rosea previsione. Una sconfitta, quella del centro destra che parte da lontano.
Sin da quando, nel 2016, apparve all’orizzonte la sagoma di una “Ruspa” che doveva aprire cassetti dove non si sa cosa vi si potesse nascondere, sin da quando fu iniziata la “pulizia” nella gestione di enti partecipati, di manifestazioni, sin da quando si volle far credere che chiudere un centro di accoglienza e abbattere un campo nomadi significasse maggiore sicurezza per la comunità.
Una gestione della cosa pubblica (escluso il buon lavoro di Dario Rollo nella messa in ordine dei conti del Comune) più vendicativa che propositiva, iniziata con l’epurazione della direzione artistica e della governance della Città del Teatro e proseguita con l’abbandono e le forzate dimissioni di assessori e vicesindaco.
La Ruspa ha cercato di frantumare quella Roccia che da oltre 50 anni governava Cascina con alterne capacità. In molti hanno creduto al canto delle sirene, col tempo si sono resi conto delle tante stonature ma soprattutto dell’abbandono a cui stavano andando incontro: dalla gestione della raccolta dei rifiuti al perdurare dei fenomeni di microcriminalità.
Una Ruspa che ha cercato di dividere e non di tenere unita la comunità cascinese, provando ad aprire crepe profonde che col tempo si sono rivelate semplici scalfitture.
La Roccia ha resistito ai colpi inferti, si è sentita disorientata, pareva in continua ritirata, sino alla linea del Piave su cui ha ricostruito, tassello dopo tassello, la sua integrità di sinistra unita in grado di presentarsi al suo elettorato con proposte concrete e fattibili, mandando la Ruspa verso il tramonto della demolizione.
Difficilmente la rivedremo protagonista della politica cascinese.
Adesso la Roccia non deve tornare ad essere friabile, a rodersi al suo interno, ma capace, come hanno detto, di ricostruire un percorso che metta al centro Cascina, la comunità cascinese, nel suo insieme, che sappia far guardare con speranza al futuro in un momento di particolare difficoltà.