La storia di Marco ‘Grisù’ Salutini il clown errante
Ponsacchino, macellaio alla Coop di Pontedera, da gennaio gira il territorio per portare un sorriso
“Grisù il sorriso porta a porta” ha fatto tappa anche a Cascina. Marco Salutini, macellaio alla Coop di Pontedera e vigile del fuoco volontario, nel tempo libero veste i panni del clown Grisù, nome d’arte che riprende quello del piccolo drago che da grande voleva fare il pompiere.
Con il naso rosso e una valigia carica di pupazzetti, cerca di portare un sorriso dove ce n’è più bisogno. Nel suo passaggio cascinese ha così deciso di raccontare la sua esperienza alla giunta comunale.
“Il 3 gennaio ho deciso di iniziare a girare i Comuni della Valdera partendo da Ponsacco, la mia città – ha detto Marco ‘Grisù’ Salutini agli assessori presenti in Comune in quel momento –. Sono macellaio alla Coop e in questi anni di pandemia vedevo sempre la gente preoccupata, al supermercato come da dietro la finestra di casa. In scuole, asili e case di riposo non potevi fare niente, così mi sono vestito da clown, ho preso il carrellino e ho iniziato a camminare per strada: la reazione della gente è stata sorprendente, tutti erano entusiasti e sorridenti”.
Da qui l’idea del ‘sorriso porta a porta’. “Sì, ma sempre restando fuori dalle case. Una volta ho salutato un bambino che era alla finestra, chiuso in casa per il Covid: gli ho fatto un pupazzino ed era felicissimo. Per questo vado io a trovare la gente, portando un sorriso in un momento in cui ce n’è davvero bisogno”. Grisù non avvisa mai dove andrà a donare un momento di allegria. “Anche per evitare assembramenti. Per esempio, alle case di riposo c’è ancora bisogno, saluto gli ospiti da fuori le finestre e un piccolo sorriso riesco a portarlo sempre. Lavorando in Coop, ho la fortuna di essere abbastanza conosciuto e i clienti mi regalano pupazzi e altro materiale da distribuire ai bambini che incontro per strada”.
E se la pandemia da Covid è alle spalle, di sorridere c’è ancora tanto bisogno per allontanare anche per un attimo la tragedia della guerra in Ucraina. “Nel mio girare, ho trovato anche bambini arrivati dall’Ucraina. Se ci sono persone che hanno più bisogno, preferisco andar lì. Soprattutto le persone anziane hanno la necessità di parlare, avrebbero bisogno di psicologi perché spesso i parenti, con la scusa del Covid, non vanno più a trovarli. In generale, noto che la gente ha voglia di sorridere, per cui da uno ‘scappa tempo’ sto cercando di farlo diventare consuetudinario. Ringrazio il Comune di Cascina per l’accoglienza che mi ha riservato”.