Le Cateratte Ximeniane chiudono al 24° posto della classifica Luoghi del Cuore FAI 2016

Cronaca
Vicopisano
Sabato, 25 Febbraio 2017

24° posto finale a livello nazionale e in Toscana nella raccolta firme "I luoghi del cuore FAI", per le Cateratte Ximeniane di San Giovanni alla Vena nel comune di Vicopisano.

Con 11.870 voti ricevuti, il monumeto di ingegneria idarulica commissionato dai Lorena e costruito nel 1757 dall'ingegnere Leonardo Ximenes, si è stabilito alle spalle della chiesa della Congrega di Chieti e davanti alla cappella di San Michele di Roma.

Un risultato molto importante, ottenuto grazie al lavoro sul campo di un gruppo di cittadini amanti di San Giovanni alla Vena e della storia, legata a filo doppio, con quella dell'intero bacino che collega la frazione vicarese alla zona dove sorgeva un tempo il Lago di Bientina (o di Sesto).

A novembre 2016, alla chiusura della raccolta firme, le Cateratte Ximeniane con 7.788 voti erano piazzate al 17° posto e la differenza, negli ultimi mesi, è arrivata con il rush finale e i voti assegnati via web.

"Possiamo essere orgogliosi e contenti - dicono dal Comitato - e sperare in qualcosa di concreto prossimamente. Vi invitiamo tutti  a  condividere con noi il bel risultato per il nostro paese e la nostra storia e a divulgare".

L'obiettivo, ora, è quello di riiuscire a ricevere i finanziamenti necessari al risanamento del fabbricato, a partire dalla messa in sicurezza della lapide presente sulla facciata.

Un po' di storia. Le Cateratte facevano parte del più ampio programma di bonifica avviato dalla casata Lorena intorno al bacino bientinese. Era il punto finale del canale Imperiale, il corso d'acqua scavato per regolamentare le acque lacustri e collegare le attività commerciali tra Lucca, Pisa e Firenze. Con la deviazione del canale Imperiale e l'apertura nel 1859 delle chiuse de La Botte, le cateratte ximeniane entrarono in disuso e nel tempo furono dimenticate anche dagli stessi abitanti di San Giovanni alla Vena. Al piano terra il palazzo contiene giganteschi ingranaggi idraulici in legno di quercia, unica testimonianza storico-scientifica di alta ingegneria idraulica dell'epoca che rimane in Italia (un sistema di cateratte che regolamentava le acque dell'Arno in regime di piena rispetto all'acqua del lago di Bientina che vi confluiva). Al piano di sopra, si trovano cinque stanze, un appartamento ad uso del catarettaio e successivamente della "guardia dell'Arno".

Un milione e mezzo di grazie. Un risultato eccezionale che dà la misura di come diventare un luogo del cuore, dopo quindici anni di vita del progetto, sia ormai un riconoscimento desiderato e un modo per far ascoltare ad amministratori e media la voce dei territori. L’attaccamento ai propri luoghi simbolo fa parte dell’identità delle persone: un’identità che vogliono sempre più vedere riconosciuta, protetta, recuperata, valorizzata. Non solo voti ma anche crescita della partecipazione organizzata da parte di associazioni, gruppi e comitati spontanei, passati a ben 319 nel 2016 contro i 276 di due anni fa.

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carlo.palotti