Legambiente Pisa: "no al sabbiodotto della Darsena Europa"
Secondo Legambiente Pisa sarebbe una scelta peggiore del male, in pratica, dicono che verrebbe portata sabbia inquinata sulla costa pisana
Questo il comunicato stampa ricevuto in redazione
La Darsena Europa è una estensione del porto di Livorno con una diga foranea che avanza di oltre tre chilometri nel mare, lambendo la riserva delle Secche della Meloria. Alle preoccupazioni per i rischi di erosione della costa e per gli equilibri dell’ecosistema marino, si cerca di rispondere con la richiesta di “compensazioni”.
Una proposta è ripascere le spiagge pisane con la sabbia dragata nel porto di Livorno attraverso un “sabbiodotto” ( la foto nell'articolo è tratta dal sito internet www.unacittaincomune.it) di oltre 2 chilometri. Un rimedio inefficace, se non peggiore del male: la sabbia, proveniente da fondali inquinati, non sarebbe adatta a una spiaggia pubblica. Non solo: darebbe un contributo instabile e provvisorio. Un’idea che si presenta come soluzione, ma che maschera i numerosi problemi che l’opera minaccia per la costa e il mare, distraendo dalla mancanza di garanzie per i possibili, se non certi, danni gravi e irreversibili, ambientali ed economici. L’opera avrebbe un pesante impatto ambientale già a partire dall’enorme quantità di materiali ed energia impiegata. Un danno irreversibile non può essere compensato, per non avere danni bisogna non farli.
Legambiente Pisa, e molti altri, hanno chiesto da tempo studi approfonditi che diano una quadro oggettivo dei rischi ambientali ed economici. La prossima Valutazione di Impatto Ambientale, prevista dalla legge, può esserne finalmente l’occasione; ma è necessario che i sostenitori dell’opera (Autorità Portuale, Regione, Stato) forniscano risorse finanziarie adeguate a studi molto impegnativi. Non è responsabile avviare i lavori e progettare opere che buttano la sabbia (inquinata) negli occhi, oltre che sulla spiaggia.
Chi vuole la Darsena Europa fa rifermento alle necessità di sviluppo del porto di Livorno, ma anche in questo caso non esistono garanzie: anche molti operatori del settore esprimono dubbi fondati sulla necessità di rispondere in questa misura alle domande del commercio marittimo. Motivo in più per ripensare la necessità dell’opera nella misura in cui è progetta.