Licenziata a Pisa perché malata di tumore. Lilt: “Il lavoro è un diritto inalienabile"
Peirano: “Si infierisce sul malato oncologico che già si sente escluso dalla vita, e così viene doppiamente penalizzato. Ora basta”
Ha scritto Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) sezione Firenze.
"Alcuni datori di lavoro, privi di etica, approfittano di certe situazioni, mobbizzano e cercano di colpevolizzare il malato oncologico per farlo sentire inefficace e inadeguato, arrivando persino a licenziarlo, calpestando i suoi diritti”.
A dirlo è il presidente di Lilt Firenze Alexander Peirano, in relazione al caso della commessa di Pisa, malata di tumore e licenziata dal proprio datore di lavoro, la cui azienda è stata poi condannata dal giudice per discriminazione.
“Lo stigma sociale della malattia è roba medievale – sottolinea Peirano -. Si infierisce sul malato oncologico che già si sente escluso dalla vita, e così viene doppiamente penalizzato. Ora basta”.
“Affinché le leggi non rimangano inattuate, è necessario che siano innanzitutto i malati a conoscere i diritti garantiti, a livello nazionale e locale - ricorda il presidente di Lilt Firenze -. Dai periodi di assenza dal luogo di lavoro ai permessi e congedi lavorativi, dal part-time e smart working all’indennità di malattia. Non tutte le persone che incontrano la malattia oncologica sono consapevoli che esistono tutele nel mondo del lavoro. Noi contribuiamo a diffondere la conoscenza dei loro diritti inalienabili”.
Foto d'archivio