Livorno - Pisa, Luci con la bambola gonfiabile, condanna bipartisan
Il capitano del Livorno mette in mostra atteggiamenti sessisti, coro unanime di sdegno da destra e da sinistra
Sull'episodio di una bambola gonfiabile lanciata sabato scorso dalla curva Nord amaranto e raccolta dal capitano del Livorno Andrea Luci, sono intervenute, questa mattina, alcune consigliere comunali del Comune di Pisa.
«Ogni giorno, ha così detto Emanuela Dini, consigliera comunale della Lega, veniamo costantemente martellati da immagini strumentalizzate, così anche nello sport, spesso le immagini delle donne/atlete vengono proposte dai media, non per merito o medaglie, ma per il loro aspetto esteriore. Non giustifico il gesto del capitano Luci nonostante la goliardia del momento, a mio parere da sempre nello sport ci sono profonde differenze di genere per la netta predominanza maschile e mi auguro che si superino, con la collaborazione e il sostegno delle istituzioni, le disparità e le differenze attraverso campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne e le minoranze e che in futuro i principi di uguaglianza sanciti peraltro dalla” Carta Europea dei diritti delle donne nello sport” siano alla base di ogni rappresentazione sportiva affinché lo sport rappresenti una forza di inclusione sociale contro le discriminazioni e non solo come rilevanza sanitaria nella promozione del benessere psicofisico delle persone».
«Seguo il calcio con passione dall’età’ di 10 anni. Sono una ex giocatrice di calcio, è il commento di Maria Antonietta Scognamiglio, consigliera comunale del Pd, e ho debuttato nella serie D il primo calcio femminile a Pisa,ala destra nella squadra dei Passi allenata da Sergio Costanzo e Presidente Tognoni, tempi in cui il calcio femminile veniva deriso osteggiato e non compreso. Siamo stati i pionieri a Pisa insieme all’altra squadra un’altra squadra di Pisa che si allenava alla Cittadella una e che loro con il primo quadrangola nel 1983 hanno dato vita al calcio femminile a Pisa . Abbiamo lavorato facendo sport , aprendo strade e costruendo ponti fra la cultura dello sport maschile è quello femminile. Il Mondiale de Calcio Femminile ha dato un segnale secco di maturità e cultura. Ho visto premiare a maggio la squadra dell’Inter Femminile a San siro durante prima della partita di calcio Inter Empoli di serie A con un applauso scrosciante senza fine . E stamattina sono dispiaciuta e amareggiata è indignata sia come donna, come ex calciatrice e come consigliera comunale nel leggere l’articolo in cui con una bambola gonfiabile si deride lo sport femminile. Sono sorpresa di come una opportunità venga trasformata in una “ offesa” . Bastava semplicemente, così ha concluso la Scognamiglio. invitare la squadra di calcio delle bambine o delle ragazze per esaltarne la grinta lo sport e le pari opportunità».
«E’ triste assistere, ancora una volta, ha così sottolineato Benedetta Di Gaddo, consigliera comunale (Pd) e vicepresidente dello stesso Consiglio Comunale, ad un episodio di stampo sessista e maschilista, che rappresenta una parte della società legata a stereotipi e pregiudizi, dove si continua a concepire la donna come un mero oggetto, in spregio ad ogni principio valoriale fondato sulla parità di genere. Un atto oltremodo offensivo se si pensa al momento storico che stiamo vivendo, caratterizzato da numeri sempre più alti di femminicidi, stupri e casi di stalking a danno delle donne. La competizione calcistica dovrebbe avere un ruolo educativo e culturale, in ragione della sua rilevante potenzialità comunicativa. Al contrario, si è preferito appiattirsi su preconcetti lesivi della dignità della donna. Un gesto del quale dovrebbero sentirsi offese non solo le donne, conclude la Di Gaddo, ma anche gli uomini ritenuti incapaci di elevarsi al di sopra di limitati modelli culturali».
«Quello che è avvenuto a Livorno, ha, poi detto Virginia Mancini, consigliera comunale di Forza Italia, è un episodio senza dubbio da condannare. La figura della donna non deve essere mai messa al centro di episodi così gravi. Un gesto da condannare senza se e senza ma. E mi auguro che le autorità preposte non lascino correre. Tra l’altro quello che è avvenuto è accaduto in un momento che avrebbe dovuto essere invece solo di allegria e di divertimento. E, infine, quali modelli indichiamo ai ragazzi? Alle giovani generazioni?».
«Sicuramente, ha infine evidenziato, Giulia Gambini, consigliera comunale di “noiadessopisa - fdi, un gesto volgare e sopra le righe quello del capitano del Livorno. Dispiace che sia accaduto in contesto come quello sportivo che per fortuna, a differenza del gesto che non posso che stigmatizzare, negli ultimi tempi è sempre più in grado di unire, testimoniando messaggi di solidarietà che vanno ben oltre le rivalità calcistiche e i campanilismi. Passata l'euforia - conclude la Gambini - sarebbero opportune le scuse». Insomma condanne bipartisan per il gesto del capitano del livorno Andrea Luci. Viviamo in un epoca dove i femminicidi sono all'ordine del giorno, un uomo, prima che un giocatore di calcio, avrebbe dovuto pensarci prima di fare una sciocchezza di tale portata e sarebbe un bel segnale che a ricordaglielo fosse anche l'amministrazione comunale della città labronica.