Maledetti pini marittimi! Sul Monte Pisano è tempo di piantare lecci, sughere, querce e castagni

Cronaca
Vicopisano
Lunedì, 16 Agosto 2021

Parola dell'agronomo Francesco Pardi. Per 40 anni proprietario dell'oliveta e del bosco da cui è scoppiato l'incendio di Vicopisano

Francesco Pardi, agronomo, ne è convinto. Basta pini marittimi, sul Monte Pisano è tempo d'intervenite con forza e di piantare, senza perdere tempo, "essenze" adatte al nostro territorio e soprattutto, meno attaccabili del fuoco.

Il problema, ma questa è una vecchia storia già tornata attuale dopo il devastante incendio di Calci e Vicopisano del 2018, sono i pini marittimi, veri e propri fiammiferi pronti ad accendersi e a propagare le fiamme.

La testimonianza di Francesco Pardi è molto importante per due motivi: la sua professione e la sua storia di ex proprietario dell'oliveta e del pezzo di bosco all'origine del disastro scatenatosi intorno alle 19 di sabato 14 agosto in località Capitano a Vicopisano (► LEGGI ANCHE LIVE: Spento l'incendio sul Monte Pisano).

Come appurato le fiamme sarebbero scappate ad un famiglia di turisti francesi ospiti dell'Agriturismo ToscanOlio, proprietà che per 40 anni è stata proprio di Francesco Pardi (► LEGGI ANCHE Turisti francesi responsabili dell'incendio di Vicopisano)

In tempi non sospetti, Francesco Pardi aveva pensato di difendere la sua proprietà dai possibili roghi, impiantando nel bosco alberi più idonei allo scopo: il leccio, la sughera, la quercia. Progetto andato in fumo con la cessione della proprietà, ma che in 20-25 anni, avrebbe garantito maggiore protezione dagli incendi e introiti importanti, frutto della vendita di questi legnami pregiati.

Nell'immediato, comunque, il maggiore pericolo saranno le discese a valle delle acque piovane, prima filtrate e trattenute dalle piante ed ora libere di raggiungere le zone abitate a grandi velocità.

carlo.palotti