Martina e gli altri dimenticati dai servizi sociali: la testimonianza di un’amica dopo i tagli alla Società della Salute

Cronaca
Vicopisano
Giovedì, 23 Ottobre 2025

Pamela, di Vicopisano, racconta la storia di Martina, una donna con disabilità che da settembre non può più frequentare il centro dell’Unitalsi a causa della riduzione dei servizi sociali. “Così si perdono relazioni e dignità”

Una lettera accorata, firmata da Pamela Rota di Vicopisano, porta all’attenzione pubblica la situazione di Martina, una donna con disabilità fisica che da settembre non può più frequentare i centri dell’Unitalsi a Pisa a causa dei tagli ai servizi della Società della Salute.

Un’interruzione che ha privato lei e molte altre persone di un luogo di socialità e di sollievo per le famiglie.

Nella sua testimonianza, Pamela ripercorre la lunga storia di amicizia con Martina, il valore dei centri diurni e la difficoltà di chi oggi si trova senza un sostegno quotidiano: “Io ho frequentato l’associazione per 30 anni e voglio continuare a farlo”, dice Martina, chiedendo che vengano riconosciuti i diritti e la dignità di tutte le persone con disabilità.

 

Ha scritto Pamela Rota.

Mi chiamo Pamela e scrivo questa lettera perchè vorrei raccontare la difficoltà che sta vivendo la mia amica Martina e la sua famiglia a causa dei tagli alla Società della Salute.

Martina ed io siamo amiche e vicine di casa, abitiamo a Vicopisano.

La conosco da quando mi sono trasferita qui ormai quasi vent’anni fa e mi è molto cara.

Martina è una persona con disabilità fisica: nata prematuramente e gemella di Luca, ha subito una sofferenza alla nascita e da allora non può camminare, ma questa sua difficoltà è più che compensata da un’intelligenza vivace e da una memoria da elefante: E’ lei la memoria storica, la rubrica telefonica a l’agenda della famiglia e siccome da piccina ha vissuto in Francia per essere curata, parla il francese quasi senza inflessioni e di questo sono assolutamente invidiosa!

Da quando aveva appena nove mesi di età, Martina ha sempre frequentato i centri specializzati per persone con disabilità della zona pisana e qui ha creato legami di amicizia di lunghissima data e che ancora resistono.

Martina è una chiacchierona eccezionale e ha una sagacia imbattibile e stare con le persone è il suo massimo divertimento – il suo carattere così aperto e gioviale le ha portato un enorme giovamento al suo stato mentale, perché Martina è un essere incredibilmente sociale.

I suoi genitori lo dicono sempre: niente computer, né da disegnare per carità, datele qualcuno per parlà!

Dal 1994 Martina frequenta l’UNITALSI a Pisa dove si reca tre pomeriggi alla settimana grazie a trasporti organizzati dalla Società della Salute.

Qui trova gli amici e le amiche storiche che conosce da una vita: da quando piccina, andava con loro in viaggio a Lourdes o in vacanza al mare.

La sua mamma Franca ricorda che la seconda volta che si recò a Lourdes, l’indomani del ritorno il telefono era un continuo squillare di amici e amiche che la chiamavano!

All’UNITALSI Martina ritrova quella socialità fatta di chiacchere, una merenda, uno scherzo, un gelato e anche una preghiera ristoratrice per chi crede.

E mentre è fuori, anche la famiglia ne trae beneficio perché finalmente trova un po' di sollievo dall’impegno enormemente gravoso, che comporta avere una persona con disabilità in casa tutto il giorno.

L’UNITALSI è il caso di dire, una vera manna dal cielo o almeno lo era perché a Settembre, al rientro dalle vacanze, i tagli indiscriminati allo stato sociale, non hanno più permesso di dare a Martina e ad altre famiglie con la stessa situazione, vita sociale e alleggerimento alle fatiche della vita.

Quando la intervisto registrando le sue parole, Martina si commuove e la voce è rotta dall’emozione, ma non parla di sé parla dei suoi amici…

 “Sono 30 anni che ci vado - dice - e con i miei amici mi trovo bene ma siccome hanno levato questo servizio non lo trovo giusto perché hanno meso a disagio anche tanti miei amici.

Un amico focomelico, non posso dire il nome, a cui mancano braccia e gambe, lui non può più frequentare i centri diurni – ora so che lo stanno portando i volontari a scappatempo ma loro sono anziani: uno ha 80 anni e la moglie 2 – 3 meno e non si sa quando potranno andare avanti per cui vorrei trovare una soluzione a questi problemi non solo per me ma anche per tanti.

Perché anch’io c’ho i miei diritti (voglio fare valere i miei diritti che poi i miei diritti sono importanti per alleggerire le famiglie e poi anche per i miei amici che non mi vedono più ed è brutto sparire così! Io ho frequentato l’associazione per 30 anni e voglio continuare a farlo!)”.

E poi intervisto la mamma, una donna estremamente intelligente e orgogliosa: “Almeno quei tre pomeriggi la settimana eravamo liberi, che so, di andare a prendere una boccata d’aria. Quant’è che non vado a trovare la mia amica Carla! Invece così siamo sempre costretti a stare a casa perché non la si può mi’a lasciare sola: ha le sue esigenze e non è autonoma per andare al bagno o altro. Per noi era un grande sollievo e conforto, ma è finito tutto!".

Non posso aggiungere altro alle parole delle mie amiche che ho riportato fedelmente in queste poche pagine che affido a voi sperando trovino ascolto e risposta.

 

 

 


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