Martina e gli altri dimenticati dai servizi sociali: la testimonianza di un’amica dopo i tagli alla Società della Salute
Pamela, di Vicopisano, racconta la storia di Martina, una donna con disabilità che da settembre non può più frequentare il centro dell’Unitalsi a causa della riduzione dei servizi sociali. “Così si perdono relazioni e dignità”
Una lettera accorata, firmata da Pamela Rota di Vicopisano, porta all’attenzione pubblica la situazione di Martina, una donna con disabilità fisica che da settembre non può più frequentare i centri dell’Unitalsi a Pisa a causa dei tagli ai servizi della Società della Salute.
Un’interruzione che ha privato lei e molte altre persone di un luogo di socialità e di sollievo per le famiglie.
Nella sua testimonianza, Pamela ripercorre la lunga storia di amicizia con Martina, il valore dei centri diurni e la difficoltà di chi oggi si trova senza un sostegno quotidiano: “Io ho frequentato l’associazione per 30 anni e voglio continuare a farlo”, dice Martina, chiedendo che vengano riconosciuti i diritti e la dignità di tutte le persone con disabilità.
Ha scritto Pamela Rota.
Mi chiamo Pamela e scrivo questa lettera perchè vorrei raccontare la difficoltà che sta vivendo la mia amica Martina e la sua famiglia a causa dei tagli alla Società della Salute.
Martina ed io siamo amiche e vicine di casa, abitiamo a Vicopisano.
La conosco da quando mi sono trasferita qui ormai quasi vent’anni fa e mi è molto cara.
Martina è una persona con disabilità fisica: nata prematuramente e gemella di Luca, ha subito una sofferenza alla nascita e da allora non può camminare, ma questa sua difficoltà è più che compensata da un’intelligenza vivace e da una memoria da elefante: E’ lei la memoria storica, la rubrica telefonica a l’agenda della famiglia e siccome da piccina ha vissuto in Francia per essere curata, parla il francese quasi senza inflessioni e di questo sono assolutamente invidiosa!
Da quando aveva appena nove mesi di età, Martina ha sempre frequentato i centri specializzati per persone con disabilità della zona pisana e qui ha creato legami di amicizia di lunghissima data e che ancora resistono.
Martina è una chiacchierona eccezionale e ha una sagacia imbattibile e stare con le persone è il suo massimo divertimento – il suo carattere così aperto e gioviale le ha portato un enorme giovamento al suo stato mentale, perché Martina è un essere incredibilmente sociale.
I suoi genitori lo dicono sempre: niente computer, né da disegnare per carità, datele qualcuno per parlà!
Dal 1994 Martina frequenta l’UNITALSI a Pisa dove si reca tre pomeriggi alla settimana grazie a trasporti organizzati dalla Società della Salute.
Qui trova gli amici e le amiche storiche che conosce da una vita: da quando piccina, andava con loro in viaggio a Lourdes o in vacanza al mare.
La sua mamma Franca ricorda che la seconda volta che si recò a Lourdes, l’indomani del ritorno il telefono era un continuo squillare di amici e amiche che la chiamavano!
All’UNITALSI Martina ritrova quella socialità fatta di chiacchere, una merenda, uno scherzo, un gelato e anche una preghiera ristoratrice per chi crede.
E mentre è fuori, anche la famiglia ne trae beneficio perché finalmente trova un po' di sollievo dall’impegno enormemente gravoso, che comporta avere una persona con disabilità in casa tutto il giorno.
L’UNITALSI è il caso di dire, una vera manna dal cielo o almeno lo era perché a Settembre, al rientro dalle vacanze, i tagli indiscriminati allo stato sociale, non hanno più permesso di dare a Martina e ad altre famiglie con la stessa situazione, vita sociale e alleggerimento alle fatiche della vita.
Quando la intervisto registrando le sue parole, Martina si commuove e la voce è rotta dall’emozione, ma non parla di sé parla dei suoi amici…
“Sono 30 anni che ci vado - dice - e con i miei amici mi trovo bene ma siccome hanno levato questo servizio non lo trovo giusto perché hanno meso a disagio anche tanti miei amici.
Un amico focomelico, non posso dire il nome, a cui mancano braccia e gambe, lui non può più frequentare i centri diurni – ora so che lo stanno portando i volontari a scappatempo ma loro sono anziani: uno ha 80 anni e la moglie 2 – 3 meno e non si sa quando potranno andare avanti per cui vorrei trovare una soluzione a questi problemi non solo per me ma anche per tanti.
Perché anch’io c’ho i miei diritti (voglio fare valere i miei diritti che poi i miei diritti sono importanti per alleggerire le famiglie e poi anche per i miei amici che non mi vedono più ed è brutto sparire così! Io ho frequentato l’associazione per 30 anni e voglio continuare a farlo!)”.
E poi intervisto la mamma, una donna estremamente intelligente e orgogliosa: “Almeno quei tre pomeriggi la settimana eravamo liberi, che so, di andare a prendere una boccata d’aria. Quant’è che non vado a trovare la mia amica Carla! Invece così siamo sempre costretti a stare a casa perché non la si può mi’a lasciare sola: ha le sue esigenze e non è autonoma per andare al bagno o altro. Per noi era un grande sollievo e conforto, ma è finito tutto!".
Non posso aggiungere altro alle parole delle mie amiche che ho riportato fedelmente in queste poche pagine che affido a voi sperando trovino ascolto e risposta.



