Maxioperazione contro la pedopornografia, manette ad un 42enne di Pisa
L'operazione definita "Luna Park", e condotta dalla Polizia Postale , è considerata una delle più vaste degli ultimi anni. La Polizia Postale ha infiltrato per anni agenti sotto copertura nei gruppi Telegram e Whatsapp
Il Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Firenze , con l’ausilio della Sezione Polizia Postale di Pisa, ha tratto in arresto in flagranza di reato due soggetti resisi responsabili del reato di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Gli arresti sono stati eseguiti nell’ambito della maxioperazione “Luna Park” di contrasto alla divulgazione sulla rete internet di materiale pornografico realizzato mediante lo sfruttamento dei minori, coordinata dal Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online, grazie all’attento contrasto a tale insidioso fenomeno nei confronti dei minori da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano.
Le attività di perquisizione e gli arresti, in flagranza, in corso in tutta Italia con l’impiego di oltre 300 uomini della Polizia Postale in 53 province e 18 regioni, sono state disposte dall’autorità giudiziaria al termine di una complessa ed articolata attività sotto copertura effettuata da personale della Polizia Postale sulle piattaforme Telegram e WhatsApp. Le operazioni hanno permesso di smantellare 16 associazioni criminali ed identificare oltre 140 gruppi a specifico contenuto pedopornografico con il coinvolgimento, a vario titolo, di 432 in tutto il mondo, dei quali 81 sono italiani. In ambito Toscano, il personale specializzato della Polizia Postale ha eseguito tre perquisizioni locali e personali rinvenendo nel corso delle operazioni, in tutti i casi, elementi di reità a carico dei destinatari del provvedimento. L’attenta attività di ispezione dei supporti informatici nella disponibilità dei soggetti, ha aggravato la posizione di due di questi, un sessantaquattrenne della provincia di Firenze ed un quarantaduenne della provincia di Pisa, permettendo il rinvenimento di un ingente quantità di immagini e video a carattere pedopornografico nonché la partecipazione attiva a gruppi WhatsApp della medesima natura. Si tratta di contenuti anche deprecabili che vedono coinvolti adulti in atti sessuali con minori di tenera età. L’evidenza di tali elementi ha comportato l’arresto in flagranza di reato dei due, con l’applicazione da parte dell’autorità giudiziaria del regime di arresti domiciliari. L’operazione, tutt’ora in corso, è ritenuta la più imponente operazione degli ultimi anni contro la pedopornografia online.
Su scala nazionale, l'operazione "Luna Park" ha visto all'opera oltre 300 uomini della Polizia Postale che dalle prime ore dell’alba stanno eseguendo perquisizioni e arresti in flagranza in 53 province e 18 regioni italiane. Si tratta della più imponente operazione di Polizia degli ultimi anni contro la pedopornografia online. Dopo due anni di indagini condotte “sotto copertura” sulla rete Internet, la Polizia Postale di Milano e del C.N.C.P.O. - Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale di Roma, coordinati dai Procuratori Aggiunti Fusco e Mannella insieme ai Sostituti Barilli e Tarzia della Procura Distrettuale di Milano, hanno identificato 432 utenti che, sfruttando le potenzialità delle diffusissime applicazioni WhatsApp e Telegram, partecipavano a “canali” e “gruppi” finalizzati alla condivisione di foto e video pedopornografici ritraenti vere e proprie violenze sessuali su minori; gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati.
Dei 159 gruppi individuati dagli investigatori della Polizia Postale, 16 erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti. Ciascun gruppo era regolato da precise e severe norme di comportamento finalizzate a preservare l’anonimato - e, quindi, la “sicurezza” - del sodalizio criminale, oltre che dei singoli partecipanti. La violazione di tali regole comportava, infatti, l’espulsione da parte degli amministratori. La lunga e capillare attività di indagine ha consentito di dare un nome ai nickname utilizzati in rete dai pedofili, portandoli allo scoperto e fuori dall’anonimato della rete. Sono 81 gli italiani identificati dalla Polizia Postale milanese, due dei quali, un ottico con collaborazioni universitarie napoletano di 71 anni e un disoccupato veneziano di anni 20, promuovevano e gestivano gruppi pedopornografici, organizzandone l’attività e reclutando nuovi sodali provenienti da ogni parte del mondo.
Quella della transnazionalità è una caratteristica che accomuna tutti i gruppi scoperti dagli agenti infiltrati. Sono, infatti, ben 351 gli utenti stranieri coinvolti nell’indagine, per ciascuno dei quali sono state raccolte tutte le tracce informatiche utili alla loro identificazione. Tali elementi, condivisi tramite il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni con le Agenzie di cooperazione internazionale di polizia, hanno consentito di trarli in arresto sia in Europa che nel resto del mondo. L’attività svolta ha evidenziato come il fenomeno criminale in argomento sia assolutamente trasversale, dal momento che tra gli indagati figurano persone di estrazione sociale ed età molto eterogenee, quali affermati professionisti, operai, studenti, pensionati, impiegati privati e pubblici, di cui un vigile urbano e diversi disoccupati, con età anagrafiche che oscillano tra i 18 e i 71 anni. Con riferimento, infine, al fattore geografico, si segnala che le regioni maggiormente interessate risultano essere la Lombardia e la Campania. In tali territori, infatti, risiede il 35 % degli indagati.
Le perquisizioni personali, locali e sui sistemi informatici, emesse dalla Procura Distrettuale di Milano, hanno portato al sequestro di telefonini, tablet, hard disk, pen drive, computer e account di email e profili social. Durante le perquisizioni sono stati altresì rinvenuti gli account utilizzati dagli indagati per la richiesta del materiale pedopornografico e un ingente quantitativo di materiale illecito custodito sui supporti informatici sottoposti a sequestro. Quella di oggi è l’ennesima attività portata a termine dalla Polizia Postale che, va ricordato, effettua il monitoraggio H24 dell’intera rete Internet a salvaguardia dei minori e di tutte le fasce deboli. La prevenzione e il contrasto al fenomeno dello sfruttamento sessuale dei minori sulla rete vedono in prima linea la Polizia Postale. Per questo motivo è di fondamentale importanza per tutti gli utenti segnalare eventuali contenuti illeciti rinvenuti sul web, rivolgendosi al Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni sia mediante il Commissariato di P.S. Online.