Michelangelo Betti: "Piano strutturale Pisa-Cascina da cancellare, solo cemento"

Politica
Cascina
Giovedì, 14 Maggio 2020

Il candidato alla carica di sindaco di cascina per il PD, Michelangelo betti, critica aspramente la recente adozione del Piano strutturale Pisa-Cascina con un comunicato stampa che pubblichiamo

 

Un Piano Strutturale da cancellare e riscrivere. Da parte dei leghisti è inutile parlare di fiori e bioparco quando si punta sulla cementificazione. Per quelle che sono le previsioni, il Piano strutturale intercomunale Pisa-Cascina rappresenta una bomba a orologeria che, col passare degli anni, esploderà andando a distruggere pezzi del territorio cascinese. Con un consumo di suolo del tutto inefficace in termini di risposte ai bisogni dei cittadini. Cascina viene vista come un territorio accessorio a Pisa, altro che "Prima i cascinesi". Sono tanti gli aspetti criticabili del Piano, attualmente in discussione nei due Comuni. Parto però a evidenziare due punti, del tutto da cancellare anche solo dalle ipotesi progettuali.

Il Piano prevede un nuovo ponte sull’Arno, che andrebbe a collegare Cisanello e l’Ansa dell’Arno, senza alcun altro intervento. L’Ansa diverrebbe una seconda Pisanova, senza averne la viabilità. Sul lato cascinese i piloni finirebbero infatti nei campi, a ridosso delle frazioni. Il ponte porterebbe traffico da Pisa e dalla Fi-Pi-Li in un’area con una rete stradale inadatta a sostenerne il volume e già molto urbanizzata. C’è bisogno di migliorare il collegamento dell’Ansa dell’Arno con Pisa, ma gli interventi devono tener conto della qualità della vita dei residenti.

Il Piano ipotizza anche un’altra uscita della Fi-Pi-Li a San Frediano. Un’altra previsione ereditata dal passato e già superata. Le due uscite cascinesi, di Cascina e Navacchio, furono realizzate in corrispondenza alla viabilità provinciale che porta ai due ponti sull’Arno. L’intervento opportuno per San Frediano dovrebbe andare nella direzione di migliorare la viabilità tra le due uscite e la frazione, senza andare a sventrare un’area residenziale. E in questo caso ci si presenta come progettisti con le risorse degli altri: la realizzazione di un’uscita della superstrada è di competenza regionale e non comunale.

Ma, in effetti, è la definizione stessa di “Piano” a essere sbagliata, dato che l’elaborato in discussione pare soprattutto una sommatoria di interventi senza un vero disegno strategico a lungo termine per il territorio. Limitata l’idea di futuro, limitata la prospettiva territoriale, che riduce il confronto a un dialogo tra due dei Comuni più rilevanti della Toscana della costa. Senza guardare alla complessità e alle potenzialità dell’intera area.

Il limite di questa elaborazione salta subito all’occhio: tanti i rimandi agli altri Comuni, con proposte di intervento che superano i confini di Cascina e Pisa. Proposte di intervento che certificano l’impossibilità di individuare un progetto per il domani dei territori partendo dal colore (verde) delle amministrazioni. Il futuro è una prospettiva comune, che dovrebbe trascendere il colore politico. Piuttosto l’odierna questione centrale è l’individuazione del modello di sviluppo per l’area costiera e di come coniugarlo e armonizzarlo, anche pensando ai cambiamenti che la diffusione del Covid-19 ci potrà imporre di individuare.
 

redazione.cascinanotizie