Moschea di Pisa, a tre mesi dalla sentenza del TAR nessun passo indietro del Comune
Il Comitato per il Sì alla libertà di Culto chiede maggiore trasparenza al sindaco Michele Conti
Scrive il Comitato per il Sì: "Sono passati più di tre mesi da quando il TAR, con la sentenza 663/2020, ha dato ragione alla comunità islamica bocciando la variante con cui l'amministrazione di Pisa ha tentato di cancellare la moschea.
Le successive reazioni degli esponenti del centro-destra sono state confuse e contraddittorie: spaziavano dalla tardiva ricerca del dialogo con la comunità islamica fino, all'estremo opposto, alla determinazione a perseverare con ogni mezzo nell'azione discriminatoria, senza alcuna considerazione per la sentenza del TAR e per le leggi del nostro ordinamento. La maggioranza di centro-destra si è perfino sottratta alla discussione disertando ripetutamente le sedute del consiglio comunale ogni qual volta si trattava dell'argomento moschea; una fuga dal confronto che continua anche ora, dato che il centro-destra ha imposto la sospensione delle sedute del consiglio fino a dopo le elezioni.
Adesso che perfino i termini per un eventuale ricorso al Consiglio di Stato sono scaduti, ci piacerebbe che il sindaco Conti avesse il
coraggio di esplicitare come pensa di chiudere la questione: la comunità islamica, i residenti di Porta a Lucca e i cittadini di Pisa meritano un minimo di trasparenza. Chiediamo troppo?
Vorremmo poi sottolineare che proprio ora questa vicenda assume anche un interesse che trascende l'urbanistica: essa diventa infatti un
banco di prova per giudicare se la coalizione di centro-destra che oggi si candida a governare la Toscana intende continuare a cavalcare
spregiudicatamente le frange più fanatiche, perseverando in azioni discriminatorie e lesive della libertà di culto di una minoranza; tutto ciò in spregio alla sentenza del TAR, alla Costituzione, e ai più elementari principi di giustizia. O se, viceversa, vuole proporsi come una formazione moderata e pragmatica, che opera per il rispetto e nel rispetto delle leggi del nostro ordinamento".