"Negligenza della banca", circolo Agorà a rischio chiusura

Cronaca
PISA e Provincia
Lunedì, 14 Giugno 2021

Lo storico circolo di via Bovio a Pisa denuncia l'esperienza avuta con la Cassa di Risparmio di Carrara "dimenticatasi" di avviare le pratiche di accesso al Fondo di Garanzia

Per l'Agorà di Pisa, lo storico circolo di via Bovio, la pandemia è coincisa anche con la "pessima esperienza" avuta con il proprio istituto bancario.

Nel pieno dell'emergenza sanitaria e nel mezzo di una crisi economica senza precedenti, figlia delle chiusure al pubblico e dell'impossibilità di sviluppare il consueto cartellone di eventi e corsi, il circolo Agorà ha dovuto anche fare i conti con la negligenza della sede pisana della Cassa di Risparmio di Carrara.

"Dimenticatasi" - come spiegato a Punto Radio da presidente del circolo Walter Lorenzi - di inoltrare a chi di dovere le pratiche avviate dall'Agorà per accedere al "Fondo di Garanzia" governativo, istituito proprio per peremettere alle diverse realtà economiche italiane di affrontare la difficile congiuntura economica.

Il circolo Agorà di Pisa ha così subito un danno enorme, che potrebbe anche costargli la chiusura dopo quasi trent'anni di attività.

Per questo, in attesa di capire come andrà a finire l'intera vicenda, a sostegno del circolo Agorà di Pisa è iniziata una raccolta fondi, cui è possibile partecipare inviando un contributo economico all'IBAN IT27G0617514005000001609880

 


Scrive il circolo Agorà di Pisa

In questo anno e mezzo abbiamo fatto di tutto per resistere, trovando tanta solidarietà tra i nostri soci ma anche tanto disinteresse e freddezza da parte di chi ci avrebbe dovuto aiutare, sino ad arrivare ad una gravissima negligenza da parte dell’istituto bancario dove abbiamo aperto il primo conto corrente del circolo agorà nel “lontano” 1994, allora si chiamava Banca Toscana, poi trasformatasi in Cassa di Risparmio di Carrara, del gruppo CARIGE. Scegliemmo quella banca perché ci ha lavorato, sino all’ultimo giorno della sua vita, Paolo Lorenzi, il primo Presidente del circolo agorà, prematuramente scomparso il 29 settembre 2020, di cui piangiamo tuttora la morte improvvisa, che non ci da pace.

A quella banca (filiale di Logge di banchi – Pisa) abbiamo affidato, in giorni terribili per noi a causa della prematura scomparsa di Paolo e della chiusura forzata a causa della pandemia, la richiesta di accesso al “Fondo di Garanzia” governativo istituito ad hoc per sostenere le realtà associative in difficoltà.

Dopo mesi di faticose riunioni, durante le quali dovemmo spiegare all’allora Direttore e impiegati della filiale il diritto di una associazione come la nostra a poter attingere a questi finanziamenti, finalmente il 17 dicembre 2020 la banca, dopo aver recepito la nostra richiesta avrebbe dovuto inoltrare la domanda. Avrebbe….

Nei fatti la pratica è stata inoltrata fuori dei tempi stabiliti per legge (31.12.20), e siamo stati costretti a chiedere l’intervento della Banca d’Italia per rompere il muro di silenzio sulle ragioni di questo mancato inoltro. Dopo l’intervento della Banca nazionale di controllo, la sede centrale CARIGE è stata costretta a spiegare il motivo del mancato inoltro con una lettera nella quale ci viene comunicato che “…in seguito ad istruttoria da noi eseguita, pur essendo estremamente dispiaciuti per la mancata concretizzazione della richiesta da Voi avanzata, il personale di Carige ha agito il più celermente possibile tenendo anche conto del periodo festivo, della mole di domande da lavorare e dell’impossibilità di sapere per tempo del termine perentorio del 31-12-2020” (!)

Se la richiesta fosse andata in porto, avremmo potuto avere la concessione di un prestito di 30mila euro, a condizioni estremamente vantaggiose. Una piccola cifra che avrebbe fatto la differenza, ad esempio, per il pagamento dell’affitto ad una proprietà completamente insensibile alla nostra condizione di temporanea morosità a causa della chiusura.

La proposta di “riparazione” del danno da parte di questo istituto bancario è stata a dir poco vergognosa: praticamente ci hanno prospettato un classico prestito senza nessuna delle protezioni che ci avrebbe dato il fondo di garanzia statale. Una proposta che abbiamo rispedito al mittente.

Della vicenda si stanno occupando i nostri legali, attraverso una richiesta di risarcimento e un arbitrato bancario.

Quello che ci preme evidenziare, oltre al danno economico, è l’incuria de facto di una filiale e del suo personale, dove aveva lavorato sino a settembre 2020 il nostro caro Paolo. Non avremmo voluto un trattamento “speciale”, ma il rispetto verso un “cliente” che non ha mai avuto alcun problema di liquidità o altro con quella banca.

Così non è stato, e la magistratura bancaria si occuperà di quantificare il danno. Ma i tempi di questo risarcimento saranno, presumibilmente, molto lunghi. La nostra attività, invece, ha bisogno di sostenersi ogni giorno. E nessuno ci fa credito.

Questa è la triste storia che siamo costretti a raccontare, dopo aver intrapreso tutte le strade possibili per avere quello che ci sarebbe spettato di diritto: un piccolo prestito che per noi sarebbe stato un ancora di salvezza. Ognuno si faccia la propria opinione in merito.

Noi siamo costretti a chiedere di nuovo un sostegno a tutti i nostri soci e amici. La riapertura prevista dai provvedimenti governativi dal primo luglio non ci risolverà niente: Non abbiamo alcuno spazio all’aperto dove poter ospitare i nostri corsi e le nostre attività.

In questa situazione l’aiuto dei cittadini è decisivo per il futuro della nostra Associazione. L'IBAN sul quale poter versare un contributo economico è: IT 27G0617514005000001609880

Stiamo lavorando per riaprire a ottobre, dopo oltre un anno e mezzo di chiusura forzata, senza alcun altro aiuto se non il vostro e qualche spicciolo dei decreti ristori.

redazione.cascinanotizie