Nel bilancio comunale la preferenza "ai pisani" è l'ultimo dei problemi
Il Documento Unico di Programmazione al centro dell'analisi (critica) di Olivia Picchi, consigliera del PD
Il DUP, documento unico di programmazione, che traccia la strada che l’amministrazione comunale di Pisa intende perseguire, in questi giorni è oggetto di critiche e discussioni, basti pensare alla rilevanza nazionale sollevata dal caso degli asili nido con priorità ai pisani più pisani di altri.
Ad intervenire nell’analisi del documento è la consigliera del Partito democratico Olivia Picchi: «sono già intervenuta nei giorni scorsi per condannare la previsione di una corsia preferenziale per l'accesso ai nidi di quei nuclei familiare che risiedono da maggior tempo nel Comune di Pisa. Stessa previsione per altri tipo di agevolazioni e accesso a pubblici servizi. L'ho condannato con forza, ritengo inaccettabile prevedere qualunque tipo di benefit slegato alla valutazione dello stato di bisogno reale. La misura, però, è solo la punta dell'iceberg e sintetizza bene quello che è l'impianto del DUP 2020-2022 e la base culturale su cui poggia l'azione della maggioranza».
Sviscerando i vari punti del DUU le lacune che Olivia Picchi mette in evidenza riguardano le pari opportunità, le periferie, la cultura con il commercio e lo sviluppo economico, la scuola e i campi Rom.
«È previsto solo un generico supporto alle proposte del Consiglio cittadino Pari opportunità, afferma Picchi, nessuna risorsa, nessun progetto o intervento per il contrasto alla violenza e la promozione di una cultura delle pari opportunità. Le donne sono relegate a tre righe nella parte che riguarda gli interventi sociali, come una povera minoranza che deve essere assistita. In 199 pagine la parola donna è citata 2 volte. Non parliamo poi delle azioni per il contrasto alla violenza di genere e per l'affermazione di una cultura delle diversità. Tutta la comunità LGBTQIAPK non è nemmeno presa in considerazione».
Sul tema delle periferie, la consigliera Dem sottolinea: «vengono nominate in qua e là (8 volte sempre su 199 pagine) all'interno dei lavori pubblici e di animazione socio culturale, curioso che anche in questo caso si lasci il tutto alle politiche sociali anziché a quelle culturali e commerciali. Gli interventi non sono però circostanziati e finanziati, siamo alla dichiarazione d'intenti. Se la passa invece meglio il Litorale nominato ben 28 volte a cui si dedicano capitoli specifici anche se allo stesso tempo ne esce una descrizione di un posto che esprime forti criticità e degrado maggiori anche di quelli della stazione (1 nomina)».
«Ad eccezione di qualche parola altisonante sul rilancio del litorale e sull'importanza di valorizzare Pisa come città dell'innovazione, spiega Picchi parlando di Cultura, commercio ed economia in generale, non si prevede nulla di strutturato o un disegno sul come valorizzare Pisa come città del sapere e sul rilancio dell'economia. I fondi per le attività culturali vengono ridotti drasticamente, per il resto ci si affida alle associazioni di categoria».
Riguardo alla scuola, detto della “pisanizzazione” degli asili, Olivia Picchi afferma: «si afferma di voler rilanciare il percorso educativo 0-6 ma allo stesso tempo si conferma la statalizzazione delle scuole. Nessuna previsione nelle assunzioni di personale per nidi o biblioteca comunale che presto arriverà alla chiusura della propria attività».
Infine una battuta sui campi Rom: «la ricetta della giunta Conti è quella di allocarli negli altri Comuni. Si avete letto bene, per risolvere il problema si dice che attiveranno accordi in prefettura per spostarli nei Comuni limitrofi».
Toccati i punti critici, assenti o quasi dal documento, l’analisi delle conferme parte dalla gestione della Polizia Municipale per proseguire con la lista dei lavori pubblici: «Vigili come se piovesse e tanta propaganda. Il DUP che andremo a discutere nel prossimo consiglio è un elenco di interventi manutentivi, lavori pubblici e tanti buoni propositi. Ha il forte limite che ai propositi non corrisponde la destinazione delle risorse ma soprattutto che si rinuncia al governo della città e allo svolgimento di un ruolo di primo piano nelle dinamiche. Si gioca al ribasso, prevedendo in molti settori l'adempimento solo ed esclusivo delle competenze dettate dalla legge, in altri si elenca qualche idea, per tutto il DUP si pontifica l'attenzione al territorio e in modo particolare al litorale ma come e quali obiettivi si vogliono davvero raggiungere non è dato sapere».
E la consigliera Picchi porta un esempio pratico: «si parla del Museo Civico e dell'importanza del turismo ma non di come attivare un sistema museale e affrontare il tema dei flussi e della permanenza dei turisti. Su settori strategici come la scuola, i servizi alle famiglie (ex ludoteche) c'è poco o nulla. Nei capitoli dedicati alla scuola e alla cultura ricorre spesso il termine riorganizzazione (23 volte) che sa molto di riduzione. E' invece chiara la volontà di Pisa di uscire dalla Sds tagliando competenze e i fondi, rompendo un sistema di politiche socio sanitarie che ha garantito al territorio servizi socio assistenziali e un coordinamento forte delle risorse e dei servizi da destinare a utenti di fascia debole e bisognosi di assistenza. Stanno cercando anche in questo una collaborazione solo con Cascina, come se il diritto alla salute e all'assistenza potesse dipendere e variare a seconda del colore politico di una giunta comunale».
«Intanto nel documento di verifica dello stato di attuazione del DUP approvato l'anno passato si legge una sequela di: "in corso…" a dimostrazione che propaganda non è sinonimo di "fatto"», conclude Olivia Picchi.