Nell'aula magna della sapienza si parla del conflitto medio-orientale

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Mercoledì, 8 Novembre 2023

L’appuntamento è organizzato dal Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace” dell’Università di Pisa

Il conflitto israelo-palestinese a partire dal suo contesto storico, l’obbligo di proteggere i civili e il divieto di punizioni collettive secondo il diritto internazionale umanitario, le strategie comunicative di Hamas, i principi del giornalismo di pace e il ruolo dei media nel formare l’opinione pubblica. Sono questi i temi al centro dell’incontro “Israele/Palestina. Comprendere il conflitto per costruire la pace” organizzato dal Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace” (CISP) dell’Università di Pisa, che si svolge giovedì 9 novembre alle 17 nell’Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza, in Via Curtatone e Montanara 15.

L’evento aperto al pubblico è moderato da Renata Pepicelli, studiosa di storia sociale del mondo arabo-islamico contemporaneo dell’Università di Pisa. Partecipano Arturo Marzano dell’Ateneo pisano, studioso dello Stato di Israele e del conflitto israelo-palestinese, Valeria Eboli dell’Accademia Navale di Livorno, esperta di diritto internazionale umanitario e delle sue applicazioni pratiche nei conflitti armati, Federico Oliveri del CISP, studioso di filosofia del diritto e di etica della comunicazione pubblica, e Pamela Murgia dell’Università di Macerata e di Cagliari, esperta di analisi del discorso, soprattutto politico e mediatico, in lingua araba.

L'iniziativa sarà introdotta dai saluti di Valentina Mangano, direttrice del CISP, e da Giorgio Gallo, co-fondatore del CISP e del corso di laurea in Scienze per la pace, esperto di analisi e trasformazione dei conflitti. «Dal 7 ottobre il conflitto israelo-palestinese vive una drammatica escalation - spiegano le organizzatrici e gli organizzatori - Hamas e altri gruppi armati palestinesi hanno commesso un attacco terroristico con l'uccisione sommaria di civili israeliani, la presa di ostaggi e il lancio indiscriminato di razzi contro Israele. Il governo israeliano ha risposto con azioni contro i responsabili e con l’“assedio totale” di Gaza: una popolazione di 2,2 milioni di persone è oggi lasciata senza acqua potabile, senza cibo sufficiente, senza luce, senza carburante, senza medicinali, esposta a continui bombardamenti che non risparmiano civili, ospedali, luoghi di culto, abitazioni private, campi profughi».

redazione.cascinanotizie