Nessuna Base per nessuna guerra. Manifestazione il 21 ottobre a San Piero a Grado
Alle 14 davanti alla Basilica
Fermare l’escalation è l’ambizioso processo che centinaia di realtà collettive hanno avviato a partire dall’assemblea nazionale tenutasi a Pisa il 4 giugno scorso.
Durante gli incontri estivi che si sono svolti in ogni parte della penisola si sono delineati i punti centrali che il programma di lotta, attraverso l’organizzazione e la conoscenza, vuole raggiungere: demilitarizzare i territori, incluse le frontiere, per permettere la libertà di movimento delle persone prima che delle merci; promuovere la cultura della pace in contrapposizione a tutte le forme di disciplinamento militare degli ambienti formativi; dirottare le risorse economiche oggi previste per aumentare la produzione di armi e incentivare l’utilizzo delle fonti fossile, per ridurre le disuguaglianze sociali che oggi dividono il Paese, sia per l’aumento dei costi della vita mentre i salari restano fermi, sia per l’assenza o la privatizzazione dei servizi pubblici. Il rifiuto della guerra, non solo come mezzo di risoluzione dei conflitti tra stati, ma anche come fondamento del sistema patriarcale e come fenomeno che oggi incide profondamente sull’acuirsi della crisi climatica, è una priorità necessaria per avviare una reale transizione dell’economia verso un modello sostenibile. Queste le tante ragioni che, nell’urgenza dell’inasprimento della crisi bellica internazionale, ci accomunano e che ci hanno spinto a convocare una giornata di mobilitazione nazionale e generale che vedrà manifestazioni in contemporanea su territori profondamente militarizzati come la Sicilia e la Toscana.
Tutte queste ragioni diventano urgenti in particolare a Pisa, nella previsione di quell’ “opera di difesa nazionale” che in realtà vuole dare “casa” ai Gruppi di Intervento Speciale dei carabinieri. le cui funzioni, dall’addestramento delle forze di polizia di regimi autoritari alla scorta dei dirigenti dell’industria estrattiva, si svolgono prevalentemente all’estero. Non a caso l’indirizzo progettuale emerso dall’ultimo tavolo interistituzionale è di collocare questa nuova infrastruttura nell’area del Cisam tra Camp Darby, base logistica degli Stati Uniti, e l’aeroporto militare pisano. Ed è emblematico come questa scelta sia totalmente incurante dell’impatto devastante che un tale opera, con il suo carico urbanistico e antropico, avrà nel cuore del Parco naturale di San Rossore, in una zona tutelata dall’Unione Europea per la conservazione della biodiversità, il cui valore è riconosciuto e premiato dall’Unesco. Non di solo Parco si tratta, perché si prevede di cementificare anche l’area verde della Tenuta Isabella a Pontedera, territorio già avvelenato - nella noncuranza della Politica - dagli interessi economici, mentre a Coltano gli edifici storici, a partire dalla Stazione Marconi, che potrebbero essere recuperati sarebbero dati in gestione ai militari invece che alla comunità locale.
Questo interesse nazionale di militarizzazione del territorio, portato avanti trasversalmente tanto dalle istituzioni nazionali quanto da quelle locali, sia di centro-destra che di centro-sinistra, non è riconosciuto da tanti e tante che, con pullman organizzati da Firenze, Roma, Torino, Milano e Bologna, verranno a reclamare, invece di nuove basi militari, la priorità popolare di avere nuove case, scuole ed ospedali, presidi necessari per la vera sicurezza sociale. Diviene prioritario, nell’escalation bellica globale che stiamo vivendo, esprimere la contrarietà a questo progetto mortifero e possiamo farlo liberando il Parco naturale dall’occupazione militare e dalla guerra che porta con sé.
L’appuntamento è per Sabato 21 Ottobre alle 14:00 davanti alla Basilica di San Piero a grado per un corteo antimilitarista, pacifista, ambientalista composto da lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, intere famiglie che contro guerra, armi e industria fossile proveranno a fermare l’escalation bellica.