No alla base. Arci Pisa aderisce alla manifestazione nazionale di Coltano

Politica
PISA e Provincia
Venerdì, 27 Maggio 2022

In piazza il 2 giugno "per l'ambiente, per la pace e per i diritti di tutte e tutti noi"

Riporta la nota inviata da Arci Pisa

A marzo, mentre il mondo guardava ad est dell'Europa con paura e incertezza, nel pieno di una escalation militare che tutt'ora rischia di farci precipitare in una guerra dalle conseguenze terrificanti, scoprivamo come a Pisa, il governo italiano avesse deciso di finanziare con 190 milioni di euro la costruzione di una base militare nella zona di Coltano.

La proposta, nata un anno fa, è stata tenuta nascosta per molto tempo, forse per paura delle normali reazioni da parte della cittadinanza, o forse per una erronea sottovalutazione dell'impatto che avrebbe avuto un tale progetto, oggi però si inserisce in un contesto mondiale dove gli equilibri sono sempre più incerti e dove militarizzazione e corsa al riarmo sono diventate le parole d'ordine del tempo che viviamo.

Come Arci siamo profondamente contrari alla costruzione di una base militare all'interno del Parco ed esprimiamo enorme preoccupazione per il modo con cui le istituzioni hanno trattato un tema così dirimente e così delicato per tutto il territorio e per la sensibilità dei suoi cittadini.

Il Parco è un punto di eccellenza del nostro territorio, la sua difesa ambientale e il suo rilancio sostenibile deve essere il primo punto per un'agenda politica verde, a tutela della biodiversità e della qualità della vita e delle persone che risiedono nella città di Pisa.

Troviamo inoltre sbagliato utilizzare risorse provenienti dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione Sociale che, senza retorica alcuna, dovrebbero essere invece direzionate nella messa in sicurezza dal punto di vista ambientale del Parco, ma anche a favore di un suo rilancio e del suo borgo. D'Altra pare, due anni di pandemia, avrebbero dovuto ricordarci l'importanza di investire risorse pubbliche nell'educazione e nella sanità, settori messi in crisi e a dura prova dall'emergenza sanitaria.

Ciò di cui prendiamo atto è una mancanza di coraggio e di immaginazione da parte degli amministratori pubblici. Mancanza di coraggio nel confrontarsi con la città fin dall'inizio e mancanza di immaginazione, perché è impensabile usare strumentalmente la creazione di una base militare, per nascondere una mancanza di idee, progetti e prospettive per rendere Coltano e Pisa, luoghi che facciano del proprio patrimonio ambientale, artistico e culturale, il punto di forza del territorio.

Quella della base militare a Coltano è la rinuncia da parte della politica a immaginarsi uno sviluppo che non passi dalla devastazione ambientale, dalla cementificazione e da una militarizzazione delle nostre comunità ed è anche la fine della politica come motore che cambia il mondo e la storia. E' l'accettazione passiva di un tempo immodificabile con le sue storture e strutture e le sue violenze.

Non possiamo perdere di vista in questa storia, i due punti fondamentali della questione: da una parte la mancanza di chiarezza da parte delle istituzioni, che ancora oggi annaspano senza soluzione, tra un ritiro del progetto e fantasiosi progetti alternativi; dall'altra la fase storica che viviamo, condita dalle enormi preoccupazioni che derivano da una economia industriale ed ambientale di guerra e da scenari di conflitti dalle proporzioni inimmaginabili.

Come Arci crediamo che sia importante che Pisa esprima e rimarchi con ancora più convinzione una sua vocazione profonda alla pace, perché è nella sua storia, nel suo tessuto umano e culturale. La pace, anche in questi tempi complessi, non è mai obsoleta, non è mai antiquata, né passa mai di moda.

Vent'anni fa, Tom Benetollo usava questa metafora che sentiamo ancora attuale: “In questa notte oscura, qualcuno di noi, nel suo piccolo è come quei "lampadieri" che, camminando innanzi, tengono la pertica rivolta all'indietro, appoggiata alla spalla, con il lume in cima. Così il "lampadiere" vede poco davanti a sé ma consente ai viaggiatori di camminare più sicuri. Qualcuno ci prova. Non per eroismo, non per narcisismo ma per sentirsi dalla parte buona della vita. Per quello che si è”.

Come quei lampadieri, oggi chiediamo non solo che il progetto venga completamente abbandonato, ma che si apra una discussione reale e pubblica sul rilancio di una intera area del territorio che ha al suo interno tantissime bellezze artistiche e naturali, oltre ad una grande storia. Chiediamo che si rinunci a costruire una città della guerra, ma che attraverso cultura, arte e ambiente si edifichi una città votata alla pace.

Per questo motivo, con lo spirito dei lampadieri che Tom ci ha lasciato in eredità, allora come oggi, abbiamo deciso di aderire senza indugio alla manifestazione nazionale del 2 giugno, per l'ambiente, per la pace e per i diritti di tutte e tutti noi.

redazione.cascinanotizie