No alla Moschea di Pisa. Sperpero di soldi pubblici per una "guerra ideologica"
Il comitato "Sì alla libertà di culto" attacca l'amministrazione comunale di Pisa: "Ostinazione incomprensibile"
La moschea di Pisa non si farà, ma i motivi alla base di questa scelta, per il comitato "Sì alla libertà di culto", risultano davvero incomprensibile.
Il Comune di Pisa non solo rinuncia ad un tratto di pista ciclabile a spese di un privato, ma, allo stesso tempo, spende soldi per l'esproprio del terreno (qualche centinaia di migliaia di euro).
Tutto questo, continuano dal comitato, per una "sterile guerra ideologica"
Scrive il comitato "Sì alla libertà di culto"
Nella vicenda della moschea di Porta a Lucca c'è un aspetto che viene spesso dimenticato: questo progetto prevede di realizzare un luogo di culto senza alcuna spesa a carico della collettività. Anzi, la città avrebbe un ritorno positivo, dato che otterrebbe, a spese del proponente privato, un tratto di pista ciclabile utile al CUS (oltre che alla moschea).
Risulta pertanto ancor più incomprensibile l'ostinazione con la quale l'amministrazione comunale di Pisa avversa la moschea, tanto da voler procedere ad un esproprio (con conseguente risarcimento). Questa mossa, dal carettere spudoratamente discriminatorio, costerà alla collettività alcune centinaia di migliaia di euro (senza contare il lavoro degli uffici comunali).
Sacrificare risorse ed energie preziose sull'altare di una sterile guerra ideologica sarebbe uno spreco vergognoso, ed anche un insulto alla moltitudine di imprese e lavoratori rimasti disoccupati, che hanno disperato bisogno di aiuti concreti per superare questo drammatico momento di crisi.