No all'odio e alle citofonate di Salvini, tunisini in piazza a Pisa
La comunità tunisina di Pisa scende in piazza "per dire no all'odio, alla discriminazione e al decreto sicurezza"
Spacciatori, sì, ma di legalità, diritti, integrazione, cultura e sviluppo.
La comunità tunisina di Pisa, dopo l'incredibile "citofonata di Salvini", sabato 1 febbario scende in piazza "per dire no all'odio, alla discriminazione e al decreto sicurezza".
Appuntamento fissato dalle 15 alle 17, in Piazza XX Settembre, sotto Palazzo Gambacorti, sede del Comune a trazione leghista.
► A questo link l'evento Facebook
Riporta la descrizione dell'evento Facebook.
“La libertà è una sola: le catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti.” Nelson Mandela
Quando parliamo di diritti umani nessuno può né deve sentirsi escluso. I diritti negati a un essere umano sono negati a tutti, perciò non è possibile voltarsi e guardare altrove, tantomeno pensare che non ci riguardino i soprusi perpetrati a danno di altri, che siano vicini o lontani da noi. Tutti siamo chiamati a difendere i diritti di tutti, ogni giorno, ovunque siamo.
Da Bologna a Palermo, passando per Milano, Pisa, Perugia, Roma e tantissime altre Piazze italiane, la Comunità Tunisina in Italia si mobilita per dire NO ad ogni forma di propaganda razzista, di incitamento all’odio e alla ghettizzazione – SI alla legalità, al rispetto dei diritti e alla civile convivenza.
Perché questa mobilitazione?
Quanto accaduto martedì scorso a Bologna non può essere giudicato semplicemente come l'ultima trovata propagandistica di Matteo Salvini in campagna elettorale. Perché è molto più di questo. Citofonare a una famiglia (rigorosamente tunisina), chiedere di salire in casa, accusare di traffico di droga perché così riferito da una vicina, fare nomi e cognomi in diretta Facebook e mostrare alle telecamere dove vivono i "presunti spacciatori" è decisamente più pericoloso, oltre che anticostituzionale, di un gesto improvvisato per avere voti a pochi giorni dalle regionali in Emilia Romagna.
Nel blitz improvvisato nella periferia del Pilastro, l'ex ministro dell'Interno ha dimenticato la natura garantista dell’ordinamento costituzionale italiano, l'esistenza di una legge sulla privacy e il principio dell'inviolabilità del domicilio, e si è erogato il potere di giudicare se sia stato commesso o meno un reato ignorando volutamente il fatto che questo potere spetta alla magistratura, non all'uomo forte nel Parlamento. C'è una Costituzione che stabilisce cosa sia lecito e che cosa, invece, non lo sia. E non si tratta di parametri discrezionali, che possono essere calpestati in nome dei consensi. Per questo, quanto accaduto martedì, non può e non deve essere giudicato come una semplice bravata da campagna elettorale: è una questione molto più seria sulla quale vorremmo riflettere pubblicamente insieme ad Associazioni, Movimenti, Sindacati, Partiti Politici, Attivisti e Cittadini.
Uniti per la Cultura della Legalità.
Uniti per la promozione dei Diritti.
Uniti per difendere i Principi della Costituzione Italiana.
Uniti contro la Giustizia Fai da Te.
Uniti contro l’Odio.
Uniti contro la Paura.
Unito contro il Decreto “Insicurezza”.