No, così proprio non va bene

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PISA e Provincia
Domenica, 3 Aprile 2022

Spoiler alert: il riferimento non è al 5-1, quello è marginale

È iniziata nel peggiore dei modi la volata finale della corsa promozione. Perdere sul campo del Benevento ci sta e poteva pure anche essere messo in conto, quello che non era assolutamente prevedibile è stata la portata della sconfitta. Cinque reti il Pisa non le subiva della fine della stagione 2014/15 quando crollò sul campo del Forlì, al termine della stagione che tutti ricordano come quella del Braglia-bis. Ma questo è un mero dato statistico, ovviamente le vicissitudini sono diverse. Star qui ad analizzare la partita dopo un 5-1 avrebbe anche poco senso. 90’ in cui ad una squadra è andato tutto bene e ad una tutto male, con grosse colpe per una fase difensiva disastrosa che ha portato al risultato maturato, soprattutto il Pisa non è mai stato in grado di chiudere adeguatamente la diagonale sui cross dalla trequarti che mai come ieri hanno fatto malissimo.

Quello che però ha fatto più male, è come sempre, di fronte ad una sconfitta, la reazione scomposta da parte di una frangia, più o meno ampia, della piazza. Le difficoltà sul campo e fuori si superano tutti insieme, invece ad ogni sconfitta si dimentica la classifica, si dimentica che lo sport è questo, difficoltá comprese.

Lo sport nazionale adesso è quello di associare la sconfitta alle vicende extracalcistiche, offendendo l’intelligenza di un gruppo straordinario incapace, secondo molti, di non saper gestire la situazione. A margine di questo, giova ricordare che ieri il Parma ha vinto 3-1, così per dire.

Nel momento in cui il Pisa è di fronte ad un attacco mediatico senza precedenti con la stampa sportiva nazionale, in base alla sede di appartenenza, che tira la volata alle squadre lombarde e meridionali, da parte della città tutta servirebbe compattezza ed unità, servirebbe far trovare l’Arena esaurita mercoledì contro il Brescia (temo invece che si arriverà piú o meno a metà capienza, ma sarò pronto a fare mea culpa in caso contrario), con la consapevolezza che se ci si prova tutti insieme è più facile, ma che nello sport si può arrivare in fondo e non farcela non perché è colpa di qualcuno, semplicemente perché gli altri sono stati più bravi. Oggi ci sono squadre in serie A che per salire dalla B ci hanno impiegato 4-5 anni e tentativo dopo tentativo, hanno aggiunto un mattoncino al loro progetto. Per una volta ricordiamoci da dove siamo partiti, senza andare troppo lontano, basta andare a Rovetta l’estate scorsa e ricordiamoci tutti che questa società non sta facendo l’all-in: se quest’anno dovesse non chiudersi come tutti speriamo, l’anno prossimo sarà ancora lì a provarci. A quest’ultimo aspetto in pochi ci pensano e credono ancora di essere fermi al Braglia-bis di Battini, si, quello dell’ultima cinquina della storia del Pisa che è l'unica cosa in comune fra le due epoche del calcio a Pisa.

Poi ci sono loro: i 300 che sotto la pioggia non hanno smesso di incitare la squadra anche sotto di 4 reti, loro sono comunque il valore aggiunto, loro sono l’esempio da seguire, avrebbero meritato la copertina di questo articolo, mi scuso con loro.

massimo.corsini