Confcommercio contro il presidente della provincia di Pisa, Massimiliano Angori
- “Sul ponte di Lugnano il passo del gambero della Provincia di Pisa e del suo presidente è qualcosa di semplicemente vergognoso”. Non usa mezzi termini il direttore di Confcommercio Pisa Federico Pieragnoli nel definire l'atteggiamento dell'ente provinciale rispetto alla chiusura del ponte e al corollario di annunci e dichiarazioni che si sono susseguite una dietro l'altra: “Un passo avanti e due indietro, un passo avanti e due indietro, questo grottesco balletto inscenato sulla pelle dei commercianti è inaccettabile e irrispettoso nei confronti delle tante aziende coinvolte che soffrono per questa chiusura. Siamo arrivati al punto che il presidente della provincia Massimiliano Angori, nel tentativo di autocelebrare il compimento dell'opera e le magnifiche sorti e progressive dei lavori, è giunto a smentire persino se stesso nel breve giro di 24 ore. Così prima dichiara a mezzo stampa che il ponte riaprirà con dieci giorni di anticipo sulla data prevista del due settembre. Poi, con tutti i crismi di un comunicato ufficiale, è la provincia di Pisa a smentire le parole dello stesso presidente Angori (e non certo Confcommercio!), affermando di netto che non esiste alcuna data certa sulla riapertura del ponte. La tautologia è bella che servita, con Angori trafelato a smentire Angori, tra la peggiore demagogia politica e giochi di prestigio da mago Silvan: i dieci giorni di anticipo prima si annunciano trionfali, ci sono e hanno la consistenza del mattone. Poi di colpo, come in una bolla di sapone, evaporano e non ci sono più”.
“Con una credibilità in caduta libera” – conclude il direttore Pieragnoli – “in questa specifica vicenda la provincia di Pisa ha mostrato non solo un livello di approssimazione preoccupante, dimostrando una totale refrattarietà e incapacità di dialogo e di ascolto delle autentiche esigenze e necessità di imprese e cittadini. Tetragona ad ogni consiglio, supporto e suggerimento proveniente dal territorio, indifferente alle perdite delle imprese coinvolte, ostinata nel non voler impiegare risorse aggiuntive messe generosamente a disposizione dei comuni di Cascina e Vicopisano, ha preteso con una sfrontatezza pari soltanto alla presunzione esibire un esito finale (la data del 2 settembre) che a nostro giudizio è tremendamente negativo”.