"Housing First" il progetto per i senza dimora della Società della Salute
“In sei mesi la mia vita è cambiata: ero un senza tetto e adesso ho una casa”. Ecco cos’è Housing First per Leonard, 60 anni, un passato fatto di lavoro e famiglia, per 14 anni in Romania come falegname e per 13 in Italia come saldatore, prima che la separazione e una crisi esistenziale lo portassero a vivere in strada.
“Nel 2017 ho lavorato per cinque mesi: facevo ristrutturazione d’infissi, interni ed esterni. Ma è stata durissima perché arrivavo alla sera, dopo otto o nove ore di lavoro, e non avevo dove lavarmi o dormire. Senza contare il problema della residenza: se non ce l’hai, praticamente non esisti e io, essendo senza dimora, non potevo averla, ma ora vivo qui e tutto è cambiato” racconta, invece, Marco, 45 anni, originario di Pontedera, pure lui inquilino di “Housing First”, progetto innovativo promosso dalla Società della Salute della Zona Pisana e che ha consentito l’immediato inserimento abitativo di sei persone senza dimora da anni presenti sul territorio del Comune di Pisa, cinque delle quali in altrettanti monolocali ricavati negli spazi messi a disposizione proprio dalla comunità parrocchiale.
C’erano anche loro ieri sera (giovedi 19 ottobre), nei saloni della parrocchia di San Ranieri, alla festa a tre mesi di distanza dall’attivazione di questo nuovo condominio, nel cuore del popolare quartiere del Cep. Insieme a Greta, anche lei residente in uno dei monolocali che ha donato a tutti i presenti un racconto da lei scritto (mentre Leonard ha regalato a tutti una targa in legno realizzata personalmente), ad alcuni degli altri residenti, agli operatori, alla responsabile dell’Unità Operativa Assistenza Sociale Territoriale, al parroco don Claudio Bullo e alla presidente della SdS Pisana Gianna Gambaccini.
“Si può partire da tante cose per promuovere percorsi di autentica inclusione sociale ma senza una casa tanti sforzi rischiano di essere vani, dunque cominciare proprio ridando un tetto a persone che lo avevano perso è il modo migliore per aiutarle a rimettersi in piedi - ha detto Gambaccini -. Sono particolarmente orgogliosa del fatto che lo sia stia facendo in un quartiere popolare della nostra città, come il Cep, e senza che vi sia stato il benchè minimo problema nei rapporti con gli altri abitanti”.
Felice anche il parroco don Bullo “perché – ha detto - questa comunità è sempre stata una porta aperta nei confronti di chi fa più fatica, grazie alla straordinaria opera dei salesiani e in particolare di don Gastone Baldan. E sono molto felice che la comunità abbia mantenuto quella forte vocazione anche se la congregazione, purtroppo, da tempo non ha più religiosi sul territorio. Oltre agli appartamenti di Housing First, infatti, la parrocchia ospita anche la Cittadella della Solidarietà della Caritas, l’emporio di generi alimentari per famiglie in difficoltà, ricavato proprio nei locali che per anni hanno ospitato lo storico cinema “20+1”.