Crisi Continental, delegati Fiom-CGIL a Punto Radio "Siamo pronti alla sfida green"
Vertenza Continental ad un punto di svolta? Forse. Importanti sviluppi e novità sono state annunciate durante la trasmissione di Primo Piano, andata in onda su Punto Radio, venerdì mattina. Erano presenti due delegati della FIOM: Fabio Fontanelli e Daniele Caboni, quest’ultimo delegato sindacale anche a livello europeo, il segretario provinciale della FIOM Marco Comparini e il segretario provinciale della CGIL Mauro Fuso.
Il prossimo 8 ottobre ci sarà un primo incontro ufficiale presso la sede dell’Unione Industriali di Pisa alla presenza dei sindacati del “border” dell’azienda, la multinazionale tedesca Vitesco, e la Regione Toscana con l’Assessore Gianfranco Simoncini.
In ballo ci sono i 500 esuberi annunciati dall’azienda nell’arco dei prossimi 4 anni, senza considerare i 250 interinali e il contraccolpo che andrà a ricadere anche su tutto l’indotto.
Esuberi non ancora del tutto decisi da casa madre.
“Gli esuberi non sono ancora stati decisi definitivamente, è la strategia dell’azienda, una strategia finanziaria per far vedere al mercato finanziario che loro stanno per abbandonare i rami secchi, questo per far rialzare il valore delle azioni della multinazionale che negli ultimi mesi si era dimezzato”, così Mauro Fuso, segretario provinciale della CGIL.
E a livello internazionale gli esuberi annunciati sono circa 20.000. Un piano della Vitesco che intende riconvertire la sua produzione dal bagnato (vale a dire iniettori per motori a benzina e diesel) all’elettrico.
“Una scelta dettata dalla nuova domanda del mercato che si orienterà sempre più verso il green, tanto che nella sede tedesca la dirigenza ci ha mostrato proprio con slide varie quale sia la loro intenzione, dettata anche dal movimento nato grazie a Greta.”, ha sottolineato Daniele Caboni, “ Così come stanno facendo anche le case automobilistiche. Già negli anni scorsi l’azienda per farsi trovare pronta ha iniziato a mettere in campo una strategia di possibile riqualificazione del plant e noi siamo andati in Germania a dire che noi abbiamo tutte le carte per giocarci questa carta. Noi abbiamo un contatto diretto con lo stabilimento di Regensburg (Ratisbona in Baviera) che dovrebbe essere uno dei centri di ricerca e sviluppo e diventare una sorta di succursale diretta. Possiamo offrire all’azienda una possibilità, mettere insieme le varie interconnessioni tra i nostri stabilimenti, la Regione Toscana e i centri universitari presenti proprio sul nostro territorio, dal Sant’Anna in poi. Dare una possibilità a Pisa visto che abbiamo già il terreno pronto per continuare a sviluppare la ricerca e di conseguenza la nuova produzione. La nostra controstrategia sindacale è rivolta a salvare tutti, ancora non è stato deciso nulla a livello europeo, per questo possiamo giocarcela adesso, nelle prossime ore. Questo è il momento buono, va fatto entro l’anno, perché le decisioni definitive le faranno entro la fine dell’anno e alcuni dirigenti del border dell’azienda si sono detti disponibili a valutare tecnicamente tutte le controproposte che gli possiamo fare.”
Novità importanti che fanno capire la volontà della FIOM di cercare un accordo con l’azienda, andare verso una riconversione nell’arco dei prossimi quattro anni e salvare tutto il livello occupazionale, compresi gli interinali.
“Far capire all’azienda, che guarda alle peculiarità del territorio in cui è insediata una suo stabilimento, che Pisa può essere una opportunità con manodopera qualificata, un realtà di centri di ricerca universitari unica e istituzioni disponibili a favore gli investimenti in tal senso”, specifica Fuso.
Ed è proprio sulla presenza del Centro di ricerca e sviluppo, interno all’azienda, con i suoi circa 50 tra ingegneri ed altri addetti che si gioca tutta la partita, la contro strategia del sindacato per giungere ad un accordo
“Da noi c’è un reparto di ricerca e sviluppo che ha progettat, negli anni, nuovi iniettori che hanno permesso all’azienda di migliorare il prodotto, stare sul mercato e svilupparsi.”, spiega bene Fabio Fontanelli, “ C’è una collaborazione con l’Università, il Sant’Anna e questa opportunità la si deve oggi giocare sul tavolo della trattativa. Ma qui sta il problema, il reparto di ricerca e sviluppo, al momento, non ha più progetti da sviluppare perché la Continental ha deciso di non investire più nel settore bagnato. Nei prossimi mesi dovrà decidere a chi dovrà assegnare i nuovi progetti sull’elettrico e bisogna quindi far si che alcuni di questi nuovi progetti siano destinati ad essere sviluppati a Pisa, perché perdere il reparto di ricerca sarebbe il segnale della volontà di chiusura degli stabilimenti pisani. Da qui l’importanza di far capire all’azienda che a Pisa ci sono tutte le caratteristiche per poter invece sviluppare le nuove produzioni.”
Sarà sicuramente una lunga trattativa che però si poggia sui tanti accordi già siglati nel passato tra Sindacato e azienda.
“Va ricordato che con l’azienda abbiamo fato tantissimi accordi nel passato che hanno permesso all’azienda di svilupparsi.”, precisa Marco Comparini, “ Ma diciamo anche che se necessario siamo un sindacato di lotta. e visto che adesso l’azienda sta andando a pieno regime. Siccome ora hanno bisogno di lavorare perché i motori a benzina sono ancora necessari e per altri anni se ne produrranno e adesso abbiamo tanto lavoro e visto che la riconversione è prevista tra quattro anni, non è che restiamo qui ad aspettare il 2023, o ci danno prospettive oppure inizieremo con azioni di lotta che gli potranno creare problemi per la produzione. Non ci devono prendere in giro.”