Cittadella: basta idee e progetti al ribasso

Cronaca
PISA e Provincia
Giovedì, 7 Novembre 2019

Sulle ipotesi di riqualificazione dell'area della cittadella, prendono posizione gli "Amici di Pisa"

Gli “Amici di Pisa” prendono posizione sul destino del quadrilatero militare della Repubblica Marinara. Né parcheggi, né aree sgambature per cani, questo è quello che chiede l’associazione al motto di “comandi la Storia!”

«Gli Amici di Pisa seguono con crescente preoccupazione le note stampa circa le ipotesi di recupero del quadrilatero della Cittadella, ipotesi che non possono essere minimamente condivise, da area parcheggio ad area a verde: soluzioni completamente difformi di ciò che quella zona è stata e tuttora rappresenta, ovvero il cuore pulsante della Storia Pisana, il “luogo” e non un’accezione generica di spazio piano e non riempito», attacca così l’associazione presieduta da Stefano Ghilardi.

«Era quella la Tersana, l’area fortificata eretta dall’inizio del Duecento, addossata al lato occidentale delle mura urbane e cinta sugli altri tre lati da muri propri, ove venivano armate, custodite e riparate le imbarcazioni militari, proseguono gli Amici di Pisa. All’interno era stato ricavato un ampio specchio d’acqua comunicante con l’Arno per mezzo di un breve canale: sullo specchio d’acqua si affacciavano le rimesse porticate per il ricovero delle imbarcazioni, probabilmente una sessantina di corsie. La sua fama era tale che Alfonso IV il Benigno, re d’Aragona, dopo aver conquistato la Sardegna ai Pisani nel 1326, nel programma di costruzione della daraçana, l’arsenale di Porto Torres, richiedeva espressamente che fosse fatta come quella di Pisa.I Fiorentini, dopo la conquista di Pisa nel 1406, utilizzarono l’arsenale per le loro galee fino agli anni Ottanta del Quattrocento; solo dal 1547 riprese la costruzione delle galee ma, risultando ormai inadeguate le vecchie strutture, si provvide all’edificazione di un nuovo arsenale: qui si trovava il principale cantiere per la marina toscana e il suo nerbo militare e da qui si provvedeva alla gestione di tutto quanto concerneva la squadra toscana, uomini e materiali».

«L’attività del cantiere pisano continuò sino al 1742, in particolare per le navi dell’Ordine di Santo Stefano, proseguono gli Amici di Pisa nella loro ricostruzione storica, Siamo perfettamente consci dei mutamenti intervenuti più recentemente con la destinazione nel 1817a caserma dei Reali Cacciatori a Cavallo e poi, dal 1870, del VII Reggimento di Artiglieria da Campo, cui sono seguiti i bombardamenti alleati nel 1943-1944. Ma, proprio “grazie” al fallimento del progetto di ricostruzione curato nel secondo dopoguerra dall’architetto Giovanni Michelucci – progetto presto abbandonato –possiamo immaginare la Cittadella come una tela perfettamente bianca, da dipingere così bene da farne vanto per il mondo e per i secoli a venire. Come fecero del resto, i nostri avi con la Piazza del Duomo».

«Gli “Amici di Pisa” respingono ogni idea fin qui pubblicata che rappresenta solo una visione nichilista e mediocre che rinnega la Storia Pisana, attaccano dall’associazione. Quel luogo può e deve essere riportato alla vista del mondo: ci sarà bisogno di tempo, di lavoro, di finanziamenti, ma soprattutto di idee rispettose della storia, facendo uscire dall’album degli struggenti ricordi le ipotesi ricostruttive della Tersana immaginate da Georges De Fleury e riproposte dall’architetto fiorentino Franco Gizdulich nel corso della mostra “Pisa e il Mediterraneo” curata nel 2003 dal compianto prof. Marco Tangheroni».

redazione.cascinanotizie