160 anni de La botte: Vicopisano in festa per una delle più importanti opere idrauliche d'Europa
Inaugurata una mostra. Ieri fuochi d'artificio per l'anniversario dell'inaugurazione
160 anni e non sentirli. Grande festa mercoledì 18 dicembre a Vicopisano, per l'anniversario dell'inaugurazione de La Botte, l'opera d'ingegneria idraulica, futuristica e all'avanguardia, partorita da Alessandro Manetti e ancora funzionante.
La Botte, è una di quelle opere pubbliche, davvero funzionali e incredibili, una delle opere di idraulica più importanti d'Italia e d'Europa (leggi anche: La Botte, dopo 157 anni resta una delle opere di idraulica più importanti d'Italia e d'Europa. Oggi la visita di Eugenio Giani).
Costruita tra il 1854 e il 1859 per volontà dal Granduca Pietro Leopoldo, su progetto di Alessandro Manetti, la struttura fu pensata per prosciugare il lago di Bientina (o di Sesto) e per risolvere il grave problema d'insalubrità dell'aria, che da sempre aveva ammorbato le zone limitrofe al bacino.
La decisione del Granduca Pietro Leopoldo di prosciugare il lago di Bientina, però, fu messa a dura prova da un problema a detta di molti, insuperabile. Le acque del lago, difatti, non riuscivano a scaricare in Arno, poiché l’alveo del fiume, era più in alto del bacino bientinese.
Così nacque l'idea di costruire "La Botte", un condotto sotterraneo lungo 255 metri, per far passare il Canale Imperiale (emissario del bacino bientinese realizzato da Leonardo Ximenes tra il 1756 e il 1763), sotto l'alveo dell'Arno, e far arrivare le acque insalubri del lago di Bientina in mare.
La realizzazione del'imponente opera necessitò la posa di una palizzata di oltre 25mila pali di pino a otto metri sotto l'alveo del Canale Imperiale, e la costruzione di una galleria in muratura larga 23,55 metri. Anche se gli inconvenienti furono diversi (sacche di gas, terreni argillosi, ecc) i lavori terminarono nel 1859, due anni dopo il previsto, ma con una spesa inferiore al preventivato (3.418.138 lire toscane contro i 3.920.325 milioni del progetto del 1842 da cui aveva preso spunto Alessandro Manetti).
Diverse furono anche le ricadute sociali ed economiche del progetto, a partire dall'affitto dei pascoli e dei terreni adiacenti all'emissario, come i risarcimenti dovuti a chi dovette rinunciare alle proprie attività economiche sul lago di Bientina (pesca).
Ha scritto il Comune di Vicopisano circa l'inaugurazione di una mostra pensata proprio per festeggiare il 160° anniversario dell'inaugurazione della struttura del Manetti. In più, ieri, oltre alle luminarie piazzate per la festa, anche il lancio di fuochi d'artificio.
"Belli, suggestivi e partecipati i festeggiamenti per i 160 anni dal giorno dell’inaugurazione della Botte, a cura dell’associazione Non c’è futuro senza memoria.
Luminara (date un’occhiata al manufatto di Alessandro Manetti stasera, circondato da tanti lumini), spettacolo pirotecnico, che spiccava e colpiva nella sera, tra fiume e cielo, e una interessante e approfondita mostra documentaria dell’archivista Filippo Mori, sicuramente da ammirare, che resterà esposta, per gentile concessione, al ristorante L'uovo al tegamino.
Un’occasione, per il Sindaco Matteo Ferrucci, l’Assessora al Patrimonio, Fabiola Franchi, e la presidentessa dell’associazione, Margherita Giani, di sottolineare il lavoro fatto, in sinergia, per le Cateratte Ximeniane e per la Botte del Manetti, in vista di una loro valorizzazione e promozione turistica, essendo due opere di ingegneria idraulica, tra le massime espressioni dell’epoca lorenese e tra le più rilevanti d’Italia.
L’Assessora Franchi, avendo anche la delega all’associazionismo, ha sottolineato l’impegno costante dei volontari e delle volontarie di Non c’è futuro senza memoria, che con passione e notevole competenza continuano a organizzare iniziative per tenere alta l’attenzione su queste due opere e per diffonderne la storia e la conoscenza anche tra le nuove generazioni.
Le foto della Botte illuminata al crepuscolo sono di Massimo Lenzi, di sera con il riflesso nell’acqua di Filippo Mori. Grazie a tutti e a tutte per la partecipazione e a Paola Laila Nelli per l’ottimo ponce, bevanda con cui (si trova nella nota spese, fra i documenti storici) festeggiarono anche durante l’inaugurazione di 160 anni fa".