CGIL: "Edicola rimossa, atto pessimo da condannare"
Rimozione edicola legalità a Pisa, la Cgil Toscana e pisana: “Atto pessimo, scelta da condannare nel metodo e nel merito, la si ripristini. Tenere alta l’attenzione sulla lotta alle mafie”
L’anno nuovo è iniziato con un pessimo atto compiuto dall’Amministrazione Comunale di Pisa con la rimozione nottetempo dell’edicola di Borgo Stretto, simbolo di legalità in quanto bene confiscato alla mafia. Una scelta da condannare, sia nel metodo, che nel merito: si è scelto di agire senza informare le tante associazioni ed istituzioni cittadine che si erano adoperate a difesa dell’edicola in quanto portatrice di valori che dovrebbero essere patrimonio comune. Ricordiamo, inoltre, che i beni confiscati alla criminalità in base alla legge 109/96 devono essere riconsegnati per uso sociale alla collettività tramite lo Stato, che è parte attiva di questo percorso.
A chi parla di quell’edicola come “carcassa di ferro degradato” è bene ricordare l’impegno assunto pochi mesi fa dal Sindaco Michele Conti, nell’occasione del conferimento a Don Luigi Ciotti della Laurea Honoris Causa, ad attivarsi per il mantenimento di quel presidio, simbolo della lotta alla mafia. La CGIL ritiene fondamentale ripristinare l’edicola, ben visibile come è stata fino ad ora, così da rappresentare simbolicamente l’impegno a combattere ogni forma di illegalità criminale ed in particolare di quella organizzata, sia nella società, che nelle istituzioni. Con questo obiettivo concreto la CGIL si impegnerà con tutte le associazioni del territorio, a partire da Libera, che hanno manifestato e stanno manifestando in queste ore tutta la loro contrarietà alla decisione assunta dall’Amministrazione Comunale di Pisa.
La Toscana ha gli anticorpi necessari per contrastare una presenza purtroppo robusta della criminalità organizzata.Nella nostra Regione non si spara, ma si ricicla, si traffica, si corrompe, si penetra nel tessuto economico, come ampiamente dimostrato dal Terzo Rapporto sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana. I beni confiscati alla mafia, anche nella nostra realtà, devono essere messi a disposizione della società civile: tenere alta l’attenzione, unire iniziative di contrasto al caporalato, vigilare nella catena degli appalti e subappalti, prosciugare l’area grigia del lavaggio del denaro sporco può essere positivamente fatto assieme alla crescita dell’attenzione della società civile e politica. La scelta fatta dall’Amministrazione di Pisa, spiace constatare, va in tutt’altra direzione.
Firmato: Maurizio Brotini, Segretario CGIL Toscana; Giuliana Mesina, Coord. Dip. Legalità CGIL Toscana; Mauro Fuso, Segretario Generale CGIL Pisa; Tania Benvenuti, Segretaria CGIL Pisa