Al Civico 14 di Marina di Pisa il libro di Marisa Salabelle "L'ultimo dei Santi", il 25 gennaio
Sabato 25 gennaio alle 17,00 alla Libreria Civico 14 di Marina di Pisa, Marisa Salabelle presenta il suo ultimo libro, il romanzo giallo L’ultimo dei Santi, Tarka edizioni.
Nel minuscolo borgo di Tetti sull’Appennino tosco emiliano, tre fratelli, a breve distanza, muoiono in quelli che, in un primo momento, appaiono come degli incidenti. Il primo a seguito di uno scivolone sul ghiaccio, il secondo cadendo da un tetto, il terzo schiantandosi con l’automobile conto un albero. Tre fratelli della famiglia più in vista del paese, i Santi, che nel procedere della narrazione non risulteranno dei veri stinchi di santo, mentre la loro morte si fa sempre meno casuale.
Un giallo ambientato in un tipico paesino dell’Appennino, magistralmente descritto dall’autrice, a partire dai particolari rapporti interpersonali: vecchi dissapori, ripicche, interessi economici ma anche amori, rapporti familiari forti...
Marisa Salabelle è nata a Cagliari il 22 aprile 1955 e vive a Pistoia dal 1965. È laureata in Storia all’Università di Firenze e ha frequentato il triennio di Studi teologici presso il Seminario vescovile di Firenze. Dal 1978 al 2016 ha insegnato nella scuola italiana. Nel 2015 ha pubblicato il suo romanzo d’esordio, "L’estate che ammazzarono Efisia Caddozzu" (Piemme), con cui ha ottenuto molti riconoscimenti.
Il libro fa parte della Collana Appeninica di Tarka edizioni. L’Appennino è la colonna vertebrale d’Italia: oltre 1300 chilometri di montagne e vallate, da nord a sud. È anche un’incredibile fucina di culture, tradizioni, storie secolari e millenarie: le radici di un Paese che nel Novecento è sceso verso le coste, verso le pianure e nelle città. Eppure anche (forse ancora di più) negli anni della crisi e dello spopolamento è un laboratorio di futuro, con possibilità di sviluppo, di turismo, di animazione sociale e culturale. Questa collana vuole mettere al centro proprio l’Appennino (o forse, meglio, al plurale: gli Appennini) con la speranza di creare anche una presenza e un punto di riferimento per tutti coloro che, con le loro attività, animano queste montagne.