Le precisazione dell'Assessore E. Ziello e il diritto dovere di rettifica del giornalista
Spett.le Assessore E. Ziello, leggo il suo post a rettifica di quanto da me raccontato nell'articolo inerente la protesta di alcuni manifestanti "sotto sfratto".
Lei racconta che non ci sia stato nessun parapiglia, nessun "contrasto fisico", ne prendiamo atto e ne siamo contenti, qualsiasi discussione, anche animata non dovrebbe mai sofciare in violenza sia pur minima, in primis poi deve sempre vigere il massimo rispetto per le Istituzioni.
Bastava che ce lo comunicasse attraverso i classici canali e saremmo subito intervenuti a rettificare quanto raccontato, come d'altra parte ci obbliga la carta dei diritti e soprattutto dei doveri di un giornalista: il diritto e il dovere da parte nostra di rettificare quanto detto, raccontato scritto. Cita poi il fatto che non ero neppure testimone oculare di quanto avvenuto, vero.
Solitamente non riusciamo ad essere presenti fisicamente a fatti di cronaca, scontri politici interni, non abbiamoo questo dono, ci affidiamo alle cosiddette fonti, più o meno attendibili, che sempre il nostro "giuramento" ci obbliga a non rivelare, mai, il famoso "segreto professionale".
Alcune volte le fonti risultano essere molto precise, altre volte no. Il racconto di un fatto, nel corso dei giorni, può cambiare, modificarsi, dando sempre il giusto risalto a quanto sia realmente avvenuto.
Mi viene in mente il caso della morte del nigeriano a Fermo: un fatto di cronaca che nel corso dei giorni ha avuto sviluppi che all'inizio nessuno pensava.
Solitamente le fonti dovrebbero essere molteplici per non incorrere in errori, e se un errore c'è stato, forse è quello di non averla chiamata per ascoltare la sua versione.
Detto tutto ciò, in fondo in fondo, la sostanza di quanto avvenuto non cambia molto: la discussione animata tra Lei è un manifestante, la botta data alla lavagnina che è andata ad infrangersi con la vetrata del portone d'ingresso. Non cambia molto.
Ciò che mi preoccupa è la fine del post pubblicato su facebook che qui riporto: "i canali locali per seguire le notizie relative alla Lega sono Il Tirreno, la Nazione, Pisa Today, QuinewsPisa e Gonews". Cosa vuol dire? Per quanto mi riguarda mi aspetterei una chiamiamola "smentita" da parte dei media da Lei citati che non credo siano né i passacarte, né gli uffici stampa della Lega.
Secondo, abbiamo raccontato fatti inerenti l'attività di un Amministratore Locale, di un Assessore, non di un membro della Lega, da quando Lei è stato nominato Assessore al "welfare".
Noi seguiamo le vicende amministrative di un Comune, anche i dibattiti politici, ma in questo caso la sua figura, nel fatto di "cronaca" è quella di un Pubblico Uficiale nello svolgimento delle sue funzioni, non di un membro della Lega.
E poi strano che abbia sentito il bisogno di un post pubblico e non di un confronto diretto con la nostra redazione che ricordiamo fa il suo lavoro di "redazione giornalistica", non di passa veline (qualcuno si ricorda di Vittorio Orefice).
Non abbiamo e non vogliamo padrini, se c'è da criticare critichiamo, se c'è da elogiare elogiamo.
E guardi un po' Assessore Ziello, ero anche contento della sua dichiarazione inerente la modifica dei parametri per la formazione delle graduatorie delle case popolari ma anche degli altri contributi pubblici inerenti i servizi sociali, è una scelta ottima che promuovo da anni e chi mi segue me lo ha già sentito dire, plaudo alla sua scelta e a quella dell'Amministrazione in questo settore: chi risiede da più tempo sul territori cascinese deve essere "premiato" e ora non scendo nei particolari perché ci sarà modo di tornare sull'argomento. Così come abbiamo elogiato la positivavicenda del The Jungle, le dichiarazioni dell'Assessore Parrini dopo l'incontro con il Presidente di Geofor Marconcini, delle buone iniziative messe in campo già dai primi giorni dall'Assessore Nannipieri.
Così come abbiamo criticato e aspramente il Partito Democratico.
Come si suol dire, facciamo il nostro mestiere, di giornalisti, che non piace a tutti, quando lo facciamo, alcune volte sbagliamo anche, sta nel gioco e nell'ammetterlo con umiltà.