CNA HoReCa, imprese allo stremo, abbattere tasse locali
Il sindacato chiede certezze sui tempi e sui modi della ripartenza e propone l'abbattimento delle tasse locali
Certezza dei tempi della ripartenza e come poterlo fare, queste sono le richieste al governo di CNA HoReCa. Ripartire significherà abituare lo staff di pizzerie e ristoranti ad utilizzare dispositivi come mascherine, guanti e prodotti igienizzanti. Non sarà affatto facile, per compensare la perdita dei coperti all’ interno del locale cosa potrà essere fatto? La domanda è quasi un grido di allarme dei ristoratori aderenti a CNA
«Tutti noi ristoratori, spiega Daniele Fagiolini Antico Ristoro delle Colombaie portavoce CNA Horeca, ci poniamo una domanda ricorrente: in quali condizioni, quando potremo riaprire le nostre attività, quando gestori, camerieri e barman potranno tornare al lavoro? Molte ipotesi i ristoratori le stanno facendo, come cambierà il nostro spazio, come potrò posizionare all'interno del locale i tavoli e soprattutto quanti coperti potrò realizzare. Sicuramente una grande opportunità sarà data dall’utilizzo di spazi all’ aperto quindi ci aspettiamo che da parte dei comuni specie della città turistiche ci siano segnali forti in questa direzione: azzerare o abbattere i costi di Cosap e Tosap in modo deciso almeno per questa stagione e semplificare il più possibile l’utilizzo di suolo pubblico questa sarebbe un concreto aiuto. Stare all’aperto sarà molto più sicuro che all’interno e dove è possibile si deve incentivare questa possibilità. Anche noi dovremo ripensare l’utilizzo degli spazi disponibili proprio per essere più coerenti con questa situazione che bene che va da durerà almeno fino a tutto il 2020 ed anche oltre. Ma occorre avere le nuove regole subito e che siano chiare, perché le incertezze sono già troppe».
Sicuramente la possibilità di fare asporto sarà fondamentale almeno nei primi momenti di riapertura, mentre non pare una soluzione finché perdura il lock-down visto che non c’è nessuno in giro ed è scarsa la possibilità di avere clienti che possono recarsi a ritirare il cibo. Si tratta comunque di una importante opportunità che va sbloccata anche perché non comporta rischi.
«Siamo però in vera emergenza, prosegue Fagiolini, dopo aver perso gli incassi importanti della Pasqua e Pasquetta, e dovremo rinunciare anche a quelli della Festa della Liberazione del 25 aprile e quella dei Lavoratori del 1° maggio e dopo avere perso anche tutta la stagione legata agli eventi ed alle cerimonie come matrimoni e comunioni».
«L'appello a gran voce dei nostri ristoratori, conclude Fagiolini, è rivolto alle nostre amministrazioni comunali: cancellazione immediata delle tasse comunali quali TARI, IMU, affissione, occupazione suolo pubblico. E soprattutto là dove è possibile concedere gratuitamente o a condizioni più favorevoli, lo spazio allargato del suolo pubblico in modo che i gestori possano ampliare i loro coperti. Rivedere tutte le tasse comunali secondo la nuova ripartizione di spazi per ricalcolare al ribasso le tasse che gravano sulle superfici delle attività produttive».