Anche a Cascina scoppia la grana Corpo Guardie di Città
L'istituto di vigilanza privata e le "Sentinelle di Notte" finiscono nel mirino del Partito Democratico
Anche a Cascina si chiede maggiore chiarezza sulla posizione del Corpo Guardie di Città e sul progetto di "sicurezza urbana privata" denominato "Sentinelle di Notte", ideato e finanziato dall'amministrazione comunale a trazione leghista con circa 80 mila euro in due anni.
A pretendere chiarimenti è il Partito Democratico, che chiede una verifica sulla posizione fiscale dell'istituto di vigilanza privata al momento della presentazione dell'offerta del servizio al Comune cascinese.
Per delle dichiarazioni false circa gli obblighi fiscali, a Pisa, il Corpo Guardie di Città ha infatti perso l'aggiudicazione di un analogo servizio di sicurezza urbana privata (leggi anche: Vigilanza notturna, esplode il caso Guardie di Città).
Scrive il Partito Democratico
È il momento di verificare ed eventualmente chiudere il servizio di sorveglianza notturno affidato a un istituto di vigilanza privato, tornando a investire pienamente sulla Polizia municipale e sulla vigilanza pubblica. Chiudere un servizio che, dall’attivazione a oggi, ha impegnato il Comune di Cascina in una spesa totale di oltre 80mila euro.
L’istituto di vigilanza privata “Corpo Guardie di Città”, che gestisce il servizio a Cascina, ha recentemente ottenuto un servizio analogo anche per conto del Comune di Pisa. Secondo gli organi di informazione il legale rappresentante dell’istituto, all’atto della presentazione dell’offerta, ha presentato al Comune di Pisa una dichiarazione mendace sulla regolarità della società rispetto agli obblighi fiscali. Sempre secondo gli organi di informazione, sono stati i controlli avviati dalla Commissione di gara a far emergere la non veridicità della dichiarazione, a causa di violazioni tributarie accertate dall’Agenzia delle Entrate per importi superiori alle soglie previste dal Codice degli Appalti.
In Consiglio Comunale chiederemo se siano stati effettuati controlli incrociati sugli atti e dichiarazioni depositati dallo stesso istituto al Comune di Cascina, per rilevare eventuali irregolarità, e se siano state raccolte informazioni direttamente dal Comune di Pisa, per verificare la fondatezza delle notizie fornite dagli organi di informazione. È evidente che se la procedura seguita per Pisa evidenziasse l’effettiva irregolarità rispetto agli obblighi fiscali, il Comune di Cascina sarebbe chiamato ad avviare un procedimento di rescissione del contratto di servizio con l’Istituto.