Corpi senza un nome, caos autopsie
I ritardi dovuti al Coronavirus hanno impedito di identificare anche la salma di donna ritrovata in Arno
Dopo oltre due settimane dal ritovamento in Arno a Campo (era il 25 aprile), il corpo di donna resta senza un nome.
A quanto riferito sabato 9 maggio dagli inquirenti, le lungaggini intorno all'identificazione della salma, sarebbero attirbuibili all'emergenza Coronavirus e a dei problemi organizzativi relativi alla conservazione delle salme presso l'ospedale di Cisanello a Pisa.
A seguito dell'emergenza sanitaria, le disposizioni in fatto di controllo della diffusione del virus avrebbero rallentato sia l'analisi del Dna della vittima, utile alla sua identificazione, che l'autopsia sul corpo, indispensabile ai fini delle indagini.
Nello specifico, la salma di donna sarebbe stata presa in consegna dall'ospedale pisano e conservata con altri corpi senza il rispetto delle nuove regole dettate dalla pandemia da Coronavirus, allungando di conseguenza i tempi delle analisi successive.
Per il luogo (un canneto di proprietà privata lungo l'Arno a Campo, nel comune di San Giuliano Terme) e per le tempistiche (sabato 25 aprile), ma anche per il sesso della salma (riconducibile ad una donna), fin da subito il pensiero era andato a Claudia Meini: la giovane scomparsa da San Casciano di Cascina la sera del 23 marzo, dopo una fuga in pigiama e ciabatte dalla casa dei genitori.
Sulla storia di Claudia Meini, fino ad oggi, come confermato dal Comando dei Carabinieri di Pontedera che ha in cura le indagini, restano molte luci e poche ombre.
LUNEDI' 23 MARZO 2020
Per Claudia era stato un inizio di settimana davvero difficile. Prima della fuga dalla casa dei genitori, Claudia Meini era già scappata dall'appartamento di Pisa condiviso con alcune studentesse.
Intercettata in strada da una pattuglia dei Carabinieri di Pisa in evidente stato confusionale, era stata portata in ospedale per una visita medica e ritenuta in buone condizioni fisiche, era poi stata dimessa.
Data la condizione di instabilità, Claudia Meini era poi stata accolta dai genitori a San Casciano, nel comune di Cascina, ma verso le 18, la donna era nuovamente fuggita vestita del solo pigiama, in direzione di un cantiere poi diventato luogo del ritrovamento di una delle ciabatte indossate dalla donna.
MARTEDI' 24 MARZO 2020
Sulla fuga decisiva di Claudia Meini restano pochissimi dubbi, perché come confermato dai Carabinieri, i cani molecolari utilizzati dalle squadre di ricerca avevano fin da subito seguito il percorso fatto dalla donna e denunciato dai genitori (che resisi conto del suo allontanamento non erano stati in grado di raggiungerla).
Le ricerche erano poi terminate ai limiti di un canneto lungo l'Arno a San Casciano di Cascina, dove però non era stato ritrovato alcun oggetto o capo di vestiario di Claudia Meini.
foto d'archivio