La Pisa liberata

Sport
Giovedì, 1 Settembre 2016

La battaglia è finita. Pisa ha vinto gli altri hanno perso, hanno perso i romani, che non hanno fatto i conti con l'orgoglio di una città che compatta come non mai ha preteso ed ottenuto il ritorno del suo condottiero. Mai nella storia del calcio nazionale si era visto l'allontanamento di un allenatore ritorcersi contro la proprietà in questo modo. A Pisa lo scorso anno era andata in scena la passione dei tifosi che scelsero la proprietà del club, quest'anno a Pisa è invece andato in scena l'esonero di una proprietà, fatto assolutamente inedito nel panorama calcistico nazionale.

I Petroni, Taverniti, Tambone e tutti i carneadi che si sono affacciati alla guida del Pisa in questo periodo, appartengono già al libro dei ricordi, nel capitolo degl'incubi peggiori. Certamente non saranno dimenticati, rimarranno per sempre nella storia ultracentenaria del calcio pisano come i peggiori dirigenti del club nerazzurro.

L'aspetto più bello, più vero, di tutta questa vicenda è stata la compattezza, la coesione di una città che per una volta ha spinto tutta dalla stessa parte. I tifosi, dai più moderati alla straordinaria curva, il tessuto imprenditoriale, i media, le società calcistiche che con il Pisa hanno stipulato accordi, tutti hanno remato dalla stessa parte con l'obiettivo di liberare la città da una proprietà ostile e invisa. Insomma, il paragone può stridere, ma mi prendo la responsabilità di farlo: l'orgoglio di questi mesi è sembrato quello dello spirito della Repubblica di Pisa, quando lungo i mari dominava la scena contro i nemici e gli invasori.

Ora c'è da una parte un progetto sportivo da continuare e far rinascere, e il buon nome di Pisa e del Pisa da riabilitare agl'occhi del panorama calcistico nazionale. I danni causati da Petroni e dalla sua cricca sono incalcolabili, ma già esser qui a parlare di come potervi porre rimedio è un successo.

Domenica ad Empoli, il debutto in campionato, sarà come rinascere dopo un estate tremenda, ci guarderemo tutti negli occhi cercando nel vicino di posto la conferma che quello che stiamo vivendo non è più un sogno, ma una bellissima realtà.

massimo.corsini