Covid-19 e burocrazia. La storia di Tiziana Tonarelli
Come finire in quarantena da Covid-19 per un semplice malanno di stagione
Vi raccontiamo oggi la storia di Tiziana Tonarelli, cittadina residente a Calcinaia, costretta per lavoro al contatto con il pubblico. Per lei, le ultime due settimane, non sono state certo delle migliori. Raffredatasi domenica 27 settembre, da lunedì 28 era stata messa preventivamente a casa dalla dottoressa di base in attesa del tampone di controllo, ma nessuno l'aveva contattata. Allora, decisa a non mollare, aveva poi chiamato tutte le referenze messe a disposizione dalle autorità sanitarie di controllo, e anche lì non era riuscita a risolvere la sua situazione. La dottoressa di base, decide quindi di prolungarle il periodo di isolamento fiduciario fino ad oggi. Da domani, dopo 15 giorni, Tiziana tornerà al lavoro convinta di avere preso la decisone giusta e di essersi comportata responsabilmente: anche a discapito della famiglia, degli effetti e delle ore di lavoro perse. Allo stesso tempo, però, potrà raccontare di essersi imbattuta in un vero e proprio muro di gomma, fatto di mala-burocrazia e scarsa organizzazione.
"Comprendo benissimo - dice Tiziana Tonarelli - che sia un periodo difficle per tutti. Però va trovata una soluzione alternativa a quella attuale. Che i medici possano decidere o meno chi deve essere messo in quarantena, e in caso positivo, che le istituzioni preposte prendano almeno in consegna la persona contagiata".
Covid-19 e burocrazia. La storia di Tiziana Tonarelli, dall'isolamento fiduciario ai mancati tamponi di controllo. Una quarantena preventiva frutto della sola coscienza e del mancato supporto delle istituzioni sanitarie