Messaggio a Conti: "Il Piano Strutturale Intercomunale Pisa-Cascina è da affossare"
"Raffazzonato, fatto in fretta e furia secondo la logica dell’omogeneità politica tra Pisa e Cascina ormai venuta meno". Diritti in Comune presenta dieci osservazioni al Piano ed invita l'amministrazione a guida leghista di Pisa ad una nuova stesura dello stesso, più attenta e partecipata"
Dopo le dichiarazioni del nuovo sindaco di Cascina Michelangelo Betti, che proprio in un'intervista a Cascina Notizie, aveva commentato a seguito della decisione di allungare i tempi delle osservazioni al Piano Strutturale Intercomunale Pisa-Cascina: "45 giorni in più per prendere la cassetta degli attrezzi e cambiarlo" (► leggi QUI).
Arriva il comunicato di Diritti in Comune, che senza troppi giri di parole, smonta il Piano appena varato ed invita la giunta Conti ad una sua nuova stesura più attenta e partecipata.
Scrive Diritti in Comune
Il Piano Strutturale Intercomunale Pisa-Cascina è da affossare: si abbandoni l’assurda strada, imposta dalla Lega, di coordinare i provvedimenti urbanistici con il solo comune governato da una maggioranza di ugual colore, peraltro già venuta meno, e si riprenda a parlare di governo del territorio per risolvere i problemi delle cittadine e cittadini, a partire da una vera tutela ambientale.
Abbiamo così presentato dieci osservazioni molto articolate che vanno a smontare pezzo per pezzo questo Piano messo insieme in fretta e furia per accedere ai finanziamenti regionali dei cui contenuti nessuno ha potuto discutere: basti pensare che lo strumento di governo del territorio più importante della città non è stato nemmeno illustrato in commissione urbanistica!
Si è passati dal Piano Strutturale d’Area Pisana delle giunte Filippeschi, che in 10 anni di discorsi hanno prodotto solo costi per le tasche dei cittadini ma ben pochi risultati, ad un piano raffazzonato in pochi mesi senza confrontarsi seriamente con nessuno: come è possibile agire in questo modo per uno strumento così importante per il futuro della città?
Ed il risultato si vede. Siamo davanti ad un piano carente in valutazioni ambientali, all'interno del quale si confermano le previsioni più disastrose e impattanti ereditate dalle precedenti amministrazioni, come la Cittadella Aeroportuale, e in cui non si affrontano le sfide epocali come il cambiamento climatico e i problemi che ci impegna ad affrontare in ambito urbano, mobilità su tutte.
Nelle osservazioni presentate abbiamo così proposto la previsione di corridoi ecologici che attraversino le aree urbanizzate. Abbiamo chiesto di fermare il consumo di suolo agricolo per la realizzazione di nuovi parcheggi, rilanciando al contempo il recupero dell’esistente in particolare modo per gli edifici commerciali. Abbiamo l’importanza della salvaguardia delle ultime aree verdi rimaste nel tessuto urbano come quelle tra Viale delle Cascine, Aurelia e via Andrea Pisano, o tra via Pietrasantina e Via S. Jacopo. Abbiamo chiesto i numeri esatti del dimensionamento delle previsioni di nuovo residenziale e ricettivo e di nuove aree produttive, perché incredibilmente mancanti. Abbiamo proposto ancora una volta di abbandonare definitivamente il progetto della Cittadella aeroportuale. A queste criticità si legano poi anche casi particolari di nuove previsioni su terreno agricolo guarda caso di proprietà di grandi costruttori pisani, oggetto di importanti trattative anche a mezzo stampa.
Un lavoro difficile e complesso per rimarcare gli assi portanti della nostra idea di sviluppo urbano: bene comune, sostenibilità ambientale e qualità della vita.
Oltre a tutto ciò, l’omogeneità politica tra Pisa e Cascina, che rappresentava l’unica logica su cui la Giunta Conti aveva costruito questa aggregazione, è venuta meno, e con essa il presupposto del Piano. Si metta rapidamente da parte dunque e si proceda senza indugio alla realizzazione di un nuovo Piano condiviso che risponda davvero alle esigenze e alle sfide così importanti che attendono il nostro territorio per gli anni a venire.