Effetti del Covid. Morti improvvise: la Pubblica Assistenza risponde con un ambulatorio cardiologico
Tra problemi di cassa e pandemia, l'associazione cascinese resta in prima linea nei servizi alla persona
In piena pandemia da Covid-19, la Pubblica Assistenza di Cascina, anche se colpita da problemi di cassa, ha deciso di aprire a proprie spese un nuovo ambulatorio cardiologico. Questo, soprattutto, per far fronte ad un fenomeno particolare, figlio del tempo che stiamo attraversado: le morti improvvise. La Pubblica Assistenza di Cascina, come le altre associazioni di volontariato impegnate nell'emergenza sanitaria, in parallelo al grande lavoro offerto alla popolazione, con i tanti servizi resi, ha subito un grave abbattimento delle entrate, derivanti in tempi migliori, dai servizi in convenzione con l'Ausl.
"Nei momenti difficili come il nostro - spiega Anna Maria Paci, prima presidente donna dalla fondazione della Pubblica Assistenza di Cascina - la popolazione si rivolge alle associazioni per qualsiasi cosa. Quindi noi siamo anche un centro d'ascolto alla persona, un centro di risposta e orientamento. Noi della Pubblica Assistenza, ma anche le Misericordie di Cascina e Latignano".
Molti i servizi offerti durante la pandemia.
"Oltre al classico trasporto degli ammalati - prosegue Paci - abbiamo distribuito le mascherine sul territorio insieme alla Protezione Civile, consegnato i buoni spesa del Comune, i farmaci a domicilio e i beni di prima necessità ai pazienti covid ricoverati a Pisa e Pontedera. Abbiamo avviato anche un banco alimentare insieme alla Coop Firenze".
Molto il lavoro, compreso il sostegno psicologico alla popolazione
"Tra le altre attività - continua Anna Maria Paci - abbiamo reso disponibile Telefono Argento (3392127563), un servizio rivolto ai più anziani, sia per chiedere un aiuto concreto, che per parlare con gli assistenti".
La Pubblica Assistenza di Cascina conta circa 80 volontari attivi, 4 ambulanze, 2 pulmini e altri mezzi per il trasporto delle persone non autosufficienti. Ma il problema delle morti improvvise resta.
"Partiamo da un dato - dice la presidente della Pubblica Assistenza, cardiologa - in questo anno di pandemia, i casi di morte per infarto del miocardio sono triplicati. Questo perché le persone con disturbi non si recavano all'aspedale per parura di contrarre il Covid-19. Passavano il giorno dell'infarto a casa, per poi morire improvvisamente qualche giorno dopo. A conferma di ciò, nei primi tre mesi di pandemia, il numero delle morti improvvise è raddoppiato. A Cascina, invece, negli ultimi 15 giorni ne abbiamo contate due".
Un problema, quello del pronto intervento sui casi non Covid-19, davvero esteso. "Sì - racconta Anna Maria Paci - sottostimato. Cosa accade, che anche se chiamato su attacco cardiaco, il 118, magari, è estremamente impegnato su altri casi Covid e può succedere che raggiunga l'infartuato con un minimo di ritardo".
Il non andare in ospedale per la paura del virus o l'andarci in ritardo, le difficoltà del 118, e le morti improvvise aumentano.
"Per questi motivi - conclude Paci - abbiamo bisogno di nuovi mezzi, magari presi a mutuo agevolato. Ogni ambulanza costa almeno 50 mila euro. Va considerato, però, che abbiamo avuto diversi problemi economici, dato che le nostre entrate, ricavate dal trasporto delle persone, ad esmpio, in convenzione con l'AUsl".
La Pubblica Assistenza di Cascina, anche se in difficoltà, ha appena aperto un nuovo ambulatorio.
"Non abbiamo avuto nessun ristoro dalle istituzioni. Comunque, nel frattempo, su richiesta dell'AUsl abbiamo aperto un ambulatorio cardiologico presso il circolo. Costituito a spese nostre (circa 30 mila euro ndr), in soli due mesi e nominato "Volontari di cuore". Lì fino a poco fa ci si giocava a carte e si facevano riunioni. Ora, invece, abbiamo un ambulatorio con sala d'attesa e bagno".