Piano Strutturale Intercomunale: le osservazioni delle minoranze e la posizione del Comune

Politica
PISA e Provincia
Sabato, 12 Dicembre 2020

Alle osservazioni del Partito Democratico, nella persona del consigliere Biondi, risponde Maurizio Nerini

Il Piano Strutturale Intercomunale Pisa-Cascina continua ad essere terreno di scontro tra maggioranaza e opposizioni in consiglio comunale a Pisa. Alla nota del consigliere democratico Marco Biondi, risponde Maurizio Nerini.

Scrive Marco Biondi consigliere comunale PD e componente della 1 commissione permanente, sul piano strutturale intercomunale

Come gruppo consiliare  e partito democratico abbiamo fatto un grande lavoro di analisi del Piano Strutturale Intercomunale, rilevando che lo strumento proposto non si concreta in un programma comune delle amministrazioni di Pisa e Cascina, ma, piuttosto, nella sovrapposizione di due strumenti distinti ed autonomi, che si pongono obiettivi del tutto diversi e generici.

Ne è diretto esempio la diversa considerazione dei margini, Ansa dell’Arno/Riglione e Territorio rurale a sud della ferrovia (sia pisano che cascinese). Due aree poste a contatto nella cerniera tra i due comuni sono trattate in modo completamente diverso, come se non vi fosse alcuna relazione tra loro.

Viene fuori inoltre uno strumento di pianificazione, che non risulta congruo e adeguato con le previsioni e le prospettive della città di Pisa e delle linee dell’urbanistica attuali che incentivano il recupero, la rigenerazione e disincentivano il nuovo consumo di suolo.

Totalmente assente è poi il necessario approfondimento sulla rete viaria esistente e sulle diverse modalità di spostamento, né si riscontrano riferimenti certi sul dimensionamento – rinviato in parte erroneamente al POC, non comprendendosi quali siano le sinergie e le perequazioni di una pianificazione che si vorrebbe coordinata.

Il lavoro svolto dal Partito Democratico, con il segretario Del Torto e il gruppo consiliare, con riunioni e incontri telematici con i propri iscritti e simpatizzanti, si è concretizzato con la presentazione di un’osservazione complessiva al PSI e numerose osservazioni specifiche sui molteplici problemi riscontrati.

Tra questi si segnala la completa assenza di una relazione prodotta dall’attuale Amministrazione Comunale che dia il contenuto e l’indirizzo politico alle scelte tecniche, di come si immagina e pensa la città da qui a dieci/venti anni. Quindi manca una visione politica della città futura, problema più volte riscontrato in questi 2 anni e mezzo di governo della città.

- Il quadro conoscitivo è del tutto carente e in massima parte redatto 8/10 anni fa, contenete dati limitati risalenti ai primi anni 200. Manca un loro aggiornamento ad oggi. Non vi è nessuno studio sul residenziale e sulle prospettive di sviluppo relative alle attività produttive, commerciali e dei servizi e del loro impatto, cui proporre e giustificare il dimensionamento proposto; manca uno studio sul turismo (secondo le diverse tipologie), una sua verifica sullo stato attuale e sulle sue prospettive in base al quale motivare il numero di nuovi posti letto inseriti nel dimensionamento.

- Manca qualsiasi indicazione sugli standard, almeno come dotazione minima che tenga conto non solo delle nuove previsioni e del riuso ma anche delle carenze pregresse. Si rileva altresì che i parametri stabiliti portano ad un quantità di nuovi abitanti insediabili ed un conseguente fabbisogno di standard chiaramente inferiore rispetto a quello che si avrebbe se come parametri venissero utilizzati quelli indicati dal D.M. 1444/68. A ciò occorre anche aggiungere che la Regione Toscana a suo tempo aveva dato una indicazione di 30 mq/ab, una dotazione di standard maggiore di quella indicata dal D.M. 1444/68 (18 mq/ab) come per esempio è previsto nelle UTOE del vigente PS (quasi sempre 24 mq/ab), si ha necessariamente un ulteriore consumo di suolo

- Manca qualsiasi riferimento e dimensionamento relativo ai servizi di interesse generale (Università, Ospedale, Impianti tecnologici). In particolare il PSI sembra recepire come dato di fatto il piano dell’Università senza alcuna valutazione di merito e senza una verifica del suo impatto sul dimensionamento e sul consumo di suolo. Manca anche un approfondimento e degli effetti sull’area circostante la zona del nuovo Ospedale a Cisanello. Come manca anche una considerazione sul masterplan dell’Aeroporto, il quale per altro prevede al suo interno strutture ricettive. Anche se il masterplan risulta essere uno strumento a se stante che non rientra nel PSI dovrebbero esserci dei riferimenti in merito per capire come il PSI si relazione con esso e viceversa.

- Il dimensionamento si limita ad indicare la Sul di ogni Utoe, senza, peraltro, un quadro di riferimento adeguato sulle carenze/fabbisogni, sulle prospettive, sulla loro collocazione nel territorio. Manca una riepilogo complessivo ed una indicazione dell’impegno/consumo di suolo, nuovo ed esistente, così come manca una verifica che comporta la necessità di uso del suolo esterno all’urbanizzato, tutto ciò aggravato dalla totale mancanza delle previsioni di standard che dovranno trovare una loro collocazione, con il consistente rischio che si vada ad interessare aree esterne al territorio urbanizzato.

Quindi mancano analisi a supporto del maggior consumo di suolo.

- Assenza progettuale dell’area del Santa Chiara. Il dimensionamento sul riuso della UTOE 2 non appare adeguato e/o che tenga conto del PR del S. Chiara e del recupero della Caserma Artale, solo la Sul del PR dell’area del S. Chiara corrisponde a mq. 105.000 (per altro esiste già un’impresa che si è aggiudicata il bando per quella superfici e destinazioni d’uso). Ricordiamo che il progetto dell’area del S. Chiara è stata oggetto di un progetto internazionale vinto da Chipperfield architetto di fama internazionale.

- Manca un dato che indichi l’effettivo consumo di suolo, anche rispetto all’esistente, che è dato dalla sommatoria delle nuove previsioni riportate nel dimensionamento (fornisce solo la Sul ma non la superficie coperta e/o superficie fondiaria), degli standard necessari, della nuova viabilità necessaria, dei servizi generali che andranno ad occupare nuovo suolo. Per altro si rileva che il consumo di nuovo suolo per l’edilizia residenziale (Sul mq. 60.900), se l’obiettivo, come più volte espresso verbalmente, è quello di favorire una tipologia villette/case binate, porta ad una superficie fondiaria di tipo estensivo.

- Sulle aree produttive il quadro conoscitivo si limita a schede dello stato di fatto su alcune aree e manufatti (senza nessuna indagine sulle prospettive e le schede sembrano obsolete) delle zone di aree di Ospedaletto, P.ta a Mare, Navicelli, mancano del tutto per la zona di via delle Cascine, dove per altro si prevede un dimensionamento di mq. 65.000. Manca una indagine e dimensionamento sullo stato di fatto (vuoti o parzialmente usati), sull’uso attuale dei capannoni in particolare ad Ospedaletto. Nella zona dei Navicelli si riporta come area libera un’area che è vincolata come area a standard per effetto dell’insediamenti circostanti.

- Manca qualsiasi riferimento/valutazione/dato sullo stato di diritto dei suoli e delle previsioni dovuti e per effetto del pregresso (Pianificazione vigente) e del loro impatto sulle previsioni/dimensionamento inserite nel PSI.

- il totale di consumo di suolo (nuovo) è come ordine di grandezza espresso in ha 105/110 circa, che corrisponde più o meno a 160 campi di calcio oppure ad un quadrato di lato poco superiore a ml 1.000 (1 Km).

- la previsione puntuale, inserita anche nel PUMS, di una viabilità tra via San Jacopo e la via XXIV Maggio che va ai Passi è del tutto immotivata sul piano della mobilità sia perché si prevede da un lato la soppressione del passaggio a livello, quindi i due quartieri sono già di fatto intimamente collegati, e sia perché una volta realizzata la variante nord-est le due strade su citate saranno già collegate poche centinaia di metri più a nord.

Così facendo si vanno a creare delle precondizioni per un grande impegno di suolo su quelle aree che ricordiamo fra l’altro essere di straordinario interesse archeologico vista la vicinanza del tumulo etrusco sul lato sinistro del cimitero.

- previsione parcheggio scambiatore area Scheibler con servizi e attività; sembra voler prevedere lungo il viale delle cascine una porta d’accesso alla città, quando il viale delle cascine andrebbe valorizzato per le qualità paesaggistiche che ha, visto anche il vincolo che ha.

- riordino polo produttivo Campaldo con nuova edificazione di 65.000 mq;

- mancata valorizzazione dell’Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Infatti, ancorché si tratti di un Ente autonomo, il Comune di Pisa, non potendo certamente prevedere nulla per conto dell’Ente stesso, avrebbe dovuto proprio in occasione del PSI presentare in accordo con l’Ente Parco un piano di rilancio di quest’ultimo. Difatti, è proprio nella logica dell’accessibilità che occorre ripensare l’enorme spazio verde di cui gode l’Ente Parco, anche alla luce della grande ricchezza che ha rappresentato e continua a rappresentare nel periodo di pandemia.

- Anche sul territorio del litorale il PSI tace. E’ difatti carente una idea che possa caratterizzare il litorale anche durante il periodo invernale;

- A seguito della bocciatura delle previsioni delle infrastrutture contenute nel PSI da parte della Regione Toscana, ne consegue che il PSI è totalmente carente della previsione in materia di infrastrutture. Dunque il Comune di Pisa avrebbe dovuto concludere accordi con la Regione sul punto già in sede di PSI.

Infine abbiamo chiesto con una specifica osservazione di inserire indirizzi per il POC per far sì che siano valutate le conseguenze dovute all’emergenza sanitaria valutando i fattori critici che ha avuto il territorio durante questa fase.

L’urbanistica è per definizione una materia multidisciplinare: l’urbanistica è alla base delle importanti trasformazioni del territorio, deve sempre valutare diversi aspetti per rispondere alle esigenze mutevoli, mediante la pianificazione, e regolamentare i territori attraverso le norme.

Il piano strutturale andrà a indicare le trasformazioni e le visioni che incideranno sui nostri territori. La situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo sta mettendo in discussione molti dei paradigmi, degli obiettivi e delle strategie, che sono alla base della pianificazione urbanistica generale territoriale locale e sovralocale.

La crisi dovuta alla pandemia, può offrire la necessità/opportunità di ristrutturare le città per quartieri, di portare urbanità in aree suburbane o interne, di affrontare i problemi della riqualificazione negli insediamenti edilizi dove il distanziamento fisico è difficile.

Si chiede di inserire indirizzi in una visione post – COVID nella quale i quartieri e le frazioni divengano elementi di forza del sistema insediativo, favorendo il mantenimento di servizi essenziali e la realizzazione di spazi pubblici e di socialità, in modo da creare organismi in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini direttamente, in un’ottica multicentrica.

Su questo tema il comune di Pisa potrebbe lavorare assieme anche al nuovo soprintendente che ha competenze sui temi emergenti del dibattito urbano contemporaneo e sulla rigenerazione delle aree.

In conclusione PSI da modificare e rifare ampiamente

 

Risponde Maurizio Nerini

Leggo in questi giorni con attenzione e preoccupazione i commenti che iniziano ad arrivare sul Piano Strutturale a conclusione del periodo delle osservazioni al piano stesso che si potevano inviare.

Se l’attenzione ci deve essere sempre a suggerimenti e correzioni possibili perché non si può essere perfetti e chi lo ha detto a Pisa è finito miseramente, della preoccupazione ne facevo volentieri a meno, ma a quanto è dato a vedere, l’attacco sulla materia è squisitamente politico.

La nuova giunta rossa di Cascina forse non ha valutato l’impatto sulla vita dei suoi concittadini quando ventila azioni autonome, Pisa è stata da sempre capofila del PS, non ha la leadership a caso, anche nella fallita esperienza con gli altri comuni era l’unica struttura che aveva fatto tutti passi possibili nei tempi giusti.

Risulta quindi sciocco pensare che si sia arrivati ad un PS Pisa-Cascina solo per “vicinanza politica” e altrettanto sciocco è pensare di far saltare il banco ora che questa vicinanza non c’è più, ma i tecnici cascinesi questo lo sanno bene.

Poi dicevo arrivano le posizioni politiche che purtroppo spesso non sanno valutare bene i documenti espressi, spero solo che non arrivino centinaia di stucchevoli osservazioni in fotocopia come per la Variante Stadio.

A sollevarle sono i soliti comunisti, gli ultimi rimasti sulla terra a parte i cinesi, ex amministratori alla Fontanelli che hanno contribuito a rendere per certi versi invivibile la nostra città e ora vorrebbero trovare le soluzioni.

Nel farlo prendono dei granchi notevoli: loro avevano pensato di costruire un nuovo stadio su terreni agricoli e noi riportiamo quei terreni ad essere agricoli, sul consumo di suolo non c’è partita.

Sulla mobilità con tutto quello messo in campo sotto la guida del Prof. Dringoli con piste ciclabili (fatte e da fare), tramvia, rapporti con FS e nuovi ponti, non sono in grado di andare oltre a dire che non si devono fare parcheggi scambiatori… sono quelli che servono per la città, quelli che aspettiamo da decenni che non sono stati in grado di fare,  quelli che faranno fare con l’intermodalità  un salto di qualità alla vita di Pisa evitando un pendolarismo che è stato creato da questi signori.

Lezioni da chi non legge nemmeno gli studi sulla mobilità, da chi ha ingessato per due decenni la città con il “progetto delle caserme” addirittura citato oggi che doveva essere la panacea, ma che è fallito miseramente, non ne vogliamo.

Noi realizziamo i vostri sogni.

redazione.cascinanotizie