Lo spreco al peperoncino
Lo spray acquistato dalla Lega nel 2019 mai consegnato e dimenticato negli scatoloni all’interno del palazzo comunale
Il tempo, si sa, è sempre galantuomo. Ma non per Susanna Ceccardi. Dai cassetti del Comune di Cascina, nelle scorse ore, sono saltate fuori 117 bombolette spray antiaggressione da borsetta, quelle al peperoncino per intenderci, acquistate nel marzo 2019 al prezzo di 3,50 euro + Iva a pezzo. Un acquisto dal valore complessivo di 499,59 euro, rimasto sigillato nella scatola di spedizione e da ascriversi, senza remore, al capitolo degli sprechi pubblici.
La notizia, di per sé poco eclatante, almeno per i soldi investiti, diventa interessante se messa a confronto con la logica “anti-spreco” decantata dal centrodestra cascinese. In più, va considerata la finalità dell’intera operazione, deliberata dalla Giunta il 6 settembre 2017 (presenti Ceccardi, Logli, Legnaioli, Ziello e Avolio, assenti Rollo e Nannipieri ndr) come “Atto di indirizzo per l’adozione di iniziative finalizzate alla lotta contro la violenza sulle donne” e rinforzata da tre diverse tranches di acquisti: 28 settembre 2017 (117 pezzi), 27 ottobre 2017 (164 pezzi) e 7 marzo 2019 (117). Per un importo totale di 1.699,59 euro.
Soldi pubblici, quelli messi a bilancio dal Comune di Cascina, che nel marzo 2019, pochi mesi prima dell’elezione a eurodeputata della leghista Susanna Ceccardi, erano stati trovati “viste le numerose richieste e la volontà di soddisfare il maggior numero di cittadine residenti" e "per implementare la fornitura di spray antiaggressione da donare”.
Soldi pubblici in parte andati sprecati, almeno per l’ultima fornitura di spray al peperoncino, rimasta sigillata e conservata negli armadi del palazzo comunale.
Sull'intera vicenda abbiamo raccolto le parole di Michelangelo Betti, sindaco di Cascina.
"In questi giorni - dice Betti - siamo spesso attaccati dai nostri avversari politici, che ci indicano come una giunta e un'amministrazione ideologizzata. Al momento stiamo lavorando seriamente. Questi ritrovamenti, le 117 bombolette di spray al peperoncino sono propaganda. Perché se minimamente fossero state utili, probabilmente, non sarebbero finite in un cassetto in fondo ad un armadio. Lì da un anno mezzo. Diventa anche difficile commentare. Forse è per questo genere di cose che i cittadini cascinesi hanno poi deciso di voltare pagina".
Il post di Susanna Ceccardi del 7 settembre 2017