A Cascina discriminate le unioni civili
Continua la campagna omofoba della giunta comunale Cascinese con un atto di delibera della giunta stessa che concede l’uso della sala del consiglio comunale per lo svolgimento dei matrimoni solo ed esclusivamente “solo se celebrati da Consiglieri Comunali e Assessori in carica muniti di specifica delega rilasciata, per i singoli matrimoni, dal Sindaco pro – tempore”
Tradotto significa che la Sindaca Ceccardi concederà la sala solo per quei matrimoni civili che verranno celebrati dai consiglieri o assessori delegati dalla sindaca stessa. Un esempio: se la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, o chi per lei, desidera celebrare una unione civile a Cascina, non ricevendo la delega dalla sindaca in persona, sarà costretta a farlo non nella sala del Consiglio, come si confà a tutte le coppie che si uniscono in matrimonio, ma magari in un grigio sottoscala.
Sulla decisione della giunta è già intervenuta con un comunicato stampa la lista civile Cascini@amo:
“Una decisione fortemente discriminatoria che lede gravemente i diritti di uguaglianza delle persone. Una decisione che conferma la linea omofoba di questa giunta comunale che combatte a colpi di delibere di giunta, scavalcando quindi il consiglio comunale, qualsiasi tipo di diversità. La legge non ammette ignoranza, recita un principio fondamentale dell’ordinamento italiano, pare però che questo concetto sia sconosciuto alla nostra nuova giunta!
Con uno degli ultimi provvedimenti della giunta si chiede aiuto al personale amministrativo per perpetrare un altro errore normativo di notevoli dimensioni, proseguono i rappresentanti della lista civile, stiamo parlando della modifica del Disciplinare per l’uso della sala consiliare da parte di terzi. L’attuale regolamento prevede che la sala sia concessa per la celebrazione dei matrimoni a prescindere da chi sia il celebrante, del resto il DPR 396/2000 all’art. 1 prevede che il sindaco possa delegare alla celebrazione chiunque abbia i requisiti per l’elezione a consigliere comunale.
Ora viene il bello: la Giunta chiede alla Macrostruttura Affari Generali di predisporre una bozza di delibera che modifichi il disciplinare nel senso di accordare l’uso della sala solo nel caso in cui il rito sia celebrato dai consiglieri e dagli assessori attualmente in carica e su delega del sindaco. Ci chiediamo: è mai possibile che sia sfuggito che tale modifica, è contro il DPR che non prevede alcuna restrizione per la concessione delle deleghe da parte del sindaco? Senza dubbio è una svista, non possiamo davvero credere a tanta ignoranza in materia! Non ci sarà mica dietro un disegno politico preciso: a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si indovina!
Non è che la sindaca vuole delegare solo chi le pare? Per esempio solo i consiglieri o gli assessori fedeli alla sua linea di non celebrare le unioni civili? Non può essere! Non un atteggiamento discriminatorio da colei che si è proclamata sindaca di tutti! Perché è vero che il potere di delega è discrezionale, ma non arbitrario: di fronte a richieste legittime, non contrarie alle leggi, all’ordine pubblico, al buon costume e chi più ne ha più ne metta, il sindaco non può rifiutarsi di concedere la delega.
Vuoi vedere che dietro un apparente innocua modifica del Disciplinare per l’uso della sala consiliare, si nasconde un’insidia?! Non è che, magari, solo magari ovvio, c'è un intento discriminatorio?! A voi, fatevi un'opinione!