Parrini e la vergogna della guerra tra poveri
A Cascina l’Ufficio Stampa non esiste più, Assessori e Sindaca comunicano ognuno per conto proprio.
Ma tant’è è un giochino che serve a poco. L’ultimo caso riguarda l’Assessore allo Sport di Cascina, Michele Parrini che ha fatto sapere, su sollecitazione di una giornalista de La Nazione, che il progetto “Gioco sport a scuola” adesso, dopo le innumerevoli polemiche e i tanti tentativi di arrampicarsi sugli specchi per giustificarne la sua cancellazione, si farà.
Si, ma come? Mettendo contro, una contro l’altra, le associazioni sportive del territorio di Cascina. Alla faccia dell’amministrazione che governa a nome di tutti i cittadini cascinesi.
Si tenta di dividere e mettere in campo una sorta di “guerra tra poveri”. Associazioni sportive che con sacrificio, dedizione, volontariato e pochi soldi si inventano giornalmente progetti, idee, per cercare di sbarcare il lunario che si vedono mettere contro altre associazioni sportive che per farsi conoscere sono disposte a lavorare gratis.
Forse se lo possono permettere pur di farsi amica l’Amministrazione Comunale? E’ la stessa storia dei bandi pubblici al massimo ribasso che vedono giocarsi tutto solo sulla pelle dei lavoratori.
E’ quello che è accaduto in passato con le aziende del settore edilizio, recentemente sta accadendo con le imprese di pulizia e con la logistica e le spedizioni; lavoratori costretti a sgobbare anche dodici ore al giorno per una misera paga. E’ una vergogna. L’Assessore Parrini è forse convinto che le Associazioni Sportive facenti parte dei progetti “Gioco sport a scuola” si arricchissero con quelle attività? E’ convinto che venissero pensati, ideati e messi in pratica per fare cassa?
Intanto rimettendo in campo il progetto afferma che era valido da non cancellare, quindi la scusa accampata che era un doppione aveva le gambe corte.
Secondo, ma fatto più significativo, è questa storia delle associazioni che si sono offerte di farlo gratis; quali sono, lo fanno con quali risorse, ma soprattutto con quali progetti visto che chi vanno a sostituire coloro che li avevano ideati, qual è il loro approccio pedagogico didattico sportivo? Quali sono le qualifiche delle persone che avranno a che fare con dei bambini? E’ previsto un controllo a fine anno scolastico sulle finalità raggiunte? Queste associazioni hanno veramente a cuore lo sviluppo educativo motorio dei bambini, o si prestano puramente per “reclutare” clienti per le proprie palestre? E non si vergognano loro stesse di andare a “rubare” idee non loro?
Se alcune di queste associazioni sportive disposte a farlo gratis erano già in “gioco” precedentemente, viene alla luce la loro vera finalità, non quella del bene del bambino, ma esclusivamente quella di portare “clienti” alla propria palestra.
In conclusione ricordiamo che il bando sul progetto “Gioco sport a scuola” prevedeva un compenso orario netto di 11,00 euro all’ora. E’ veramente voler far fare una guerra tra poveri. Divide et impera.