Toscana Aeroporti, le critiche dalla politica per il settore Handling
Continuano le prese di posizioni politiche sulla vicenda della possibile vendita di Toscana Aeroporti Handling ad un soggetto privato, a rischio 700 posti di lavoro
CascinaOltre su Toscana Aeroporti Handling, "700 famiglie tenute all'oscuro circa il loro futuro!" Greco, "La vendita a degli acquirenti ignoti non dà garanzie sui livelli occupazionali"
La vicenda che riguarda i lavoratori dei servizi di terra degli aeroporti di Pisa e Firenze sta assumendo dei contorni a dir poco pericolosi per i circa settecento lavoratori tra personale diretto ed indotto. Toscana Aeroporti, nata dalla fusione delle società che gestiscono gli scali di Pisa e di Firenze, e successivamente venduta ad una proprietà argentina, nel disprezzo di qualsiasi principio di trasparenza, ha avviato una trattativa segreta per la vendita della società controllata TAH.
In un contesto dove i voli, a causa del Covid-19 hanno avuto una forte crisi, subita soprattutto dai lavoratori, non è pensabile procedere, proprio in questo momento, ad uno “spezzatino” che, senza le adeguate garanzie, si ridurrebbe inevitabilmente in un ridimensionamento dei posti di lavoro (siano essi diretti, o a seguito di appalto a cooperative e ditte esterne). Una gestione seria, in un momento di crisi, invece di ridurre le perdite sui propri dipendenti, avrebbe dovuto rilanciare, con investimenti qualificanti, che, una volta passata la crisi economica, avrebbero posto Toscana Aeroporti in una posizione favorevole sul mercato. A Pisa tale rilancio sarebbe dovuto passare per l'ampliamento del terminal passeggeri così da consentire un maggior afflusso di viaggiatori. Purtroppo sei anni di proprietà privata di Toscana Aeroporti hanno portato solo a tagli.
Nel quadro di riferimento normativo europeo i servizi a terra dovrebbero essere divisi dalla gestione degli scali e dei servizi di volo, ma questo non vuol dire che le professionalità maturate ed i livelli occupazionali debbano essere tagliati. Purtroppo però ad oggi, nonostante il probabile acquirente abbia iniziato una due diligence per valutare il valore della società, nulla si conosce sulla sua identità e sulle sue intenzioni, e questo spaventa i lavoratori ed ha mobilitato sindacati e forze politiche. Bisognerebbe dire però che sia la privatizzazione, sia le successive esternalizzazioni negative, fatte solo per abbattere i costi del lavoro ed aumentare la precarizzazione, hanno portato tutta la situazione ad un livello molto pericoloso. Per questo la Regione Toscana, sia come azionista di minoranza, che come istituzione, deve aprire un tavolo di confronto con la proprietà per scoprire le carte.
Conclude il coordinatore di CascinaOltre Giovanni Greco - Da ultimo fa specie sentire voci di esponenti della destra cascinese come quella del consigliere Rollo, che adesso con un articolo di giornale non perde occasione di cavalcare faziosamente questa crisi, mentre lo stesso Rollo, in qualità di vicesindaco a Cascina, nel 2018 su richiesta dei lavoratori della Toscana Aeroporti, disse che niente poteva fare in quanto il comune non deteneva nessuna partecipazione. Da parte nostra, senza nessuna polemica, il sostegno ai lavoratori di TAH e dell'indotto, è completo, e trasversale a tutte le forze politiche, sindacati e associazioni. L'obiettivo che deve prevalere è la salvaguardia dei posti di lavoro, attraverso un rilancio degli scali toscani che possano lavorare in sinergia, così da garantire un miglior servizio ed una migliore situazione lavorativa per il personale diretto ed indiretto dell'aeroporto.
Anche la rappresentanza di "Diritti in Comune di Pisa" torna sull'argomento stigmatizzando l'operato di Toscana Aeroporti
Toscana Aeroporti: modello predatorio. Bloccare finanziamenti pubblici in assenza di vere tutele per i lavoratori
Sosteniamo la mobilitazione unitaria indetta dalle organizzazioni sindacali per difendere i lavoratori dell’appalto di carico-scarico bagagli di Toscana Aeroporti che rischiano il loro posto di lavoro.
SI tratta di 150 lavoratori assunti con un contratto capestro (bassi salari, turni massacranti, poche pause) quale è il contratto "multiservizi", mentre le normative vigenti imporrebbero l’applicazione del contratto di settore. Ad oggi, a pochissimi giorni dalla scadenza dell’appalto, questi lavoratori non sanno nulla di ufficiale sulle reali intenzioni della società.
Il problema è che Toscana Aeroporti persegue una strategia ben precisa, ispirata unicamente al profitto, che potrebbe portare nel giro di pochi mesi a licenziare tutti questi lavoratori. Vendere il comparto handling significherebbe scaricare irresponsabilmente la gestione di questo appalto e di tutto questo personale, magari in autunno, grazie allo sblocco dei licenziamenti e l’arrivo di un nuovo gestore dell’handling. Sul futuro gestore denunciamo l'assoluta mancanza di trasparenza della società, che non rivela il potenziale acquirente.
Nei fatti, in pochi mesi, Toscana Aeroporti liquida circa 500 lavoratori, riducendo drasticamente il costo del lavoro e incidendo sulla direzione gestionale dell’aeroporto, attraverso uno spezzatino di nuove società che entrano dentro il sistema. Ma fa tutto questo incassando milioni di finanziamenti pubblici, che non vengono investiti in occupazione e qualità del servizio, ma vengono usati per trasformarsi in una azienda immobiliare: lo dimostra l’acquisizione, per alcuni milioni di euro, nelle scorse settimane di Cemes e la nascita di "Toscana Aeroporti costruzioni".
Si privatizzano i profitti e si socializzano le perdite. Il tutto con la complicità di Governo e Regione, che continuano a elargire risorse pubbliche enormi senza porre vincoli legati alla tutela del sistema occupazionale, salariale e contrattuale.
Siamo davanti a un modello economico predatorio, che da anni denunciamo. Chiediamo il congelamento di tutti i finanziamenti pubblici a Toscana aeroporti fino a che la società non tornerà sui suoi passi, aprendo un vero confronto con enti locali e sindacati sul piano di sviluppo del sistema aeroportuale toscano. Un piano di sviluppo che metta finalmente al centro la tutela del territorio e del lavoro, per ripartire dopo la pandemia.
Diritti in Comune (Una città in comune, Rifondazione Comunista, Pisa Possibile)