Bando case popolari: il Comune di Cascina protesta contro gli emendamenti leghisti
L'ostruzionismo del Carroccio in Regione riverbera fino a Cascina
Dall'aula del consiglio regionale a Cascina il passo è breve, soprattutto se si parla di case popolari e dei criteri da utilizzare per i bandi di assegnazione dell'edilizia residenziale pubblica (Erp). L'ostruzionismo leghista in Regione Toscana, riverbera fino a Cascina e con una nota, il sindaco Michelangelo Betti e l'assessora al sociale Giulia Guainai attaccano i circa 2 mila emendamenti presentati dal Carroccio (leggi più in basso) che non vuole sia cassato, tra i criteri di assegnazione, "l'obbligo di residenza ultraquinquennale", già bocciato dalla Corte Costituzionale.
Scrivono Betti e Guainai
La giunta toscana ha proposto una modifica alla legge regionale 2/2019 in materia di Edilizia Residenziale Pubblica per abolire l’obbligo di residenza ultraquinquennale. Un requisito già giudicato illegittimo dalla Corte Costituzionale, che si espressa in merito sulla legislazione analoga di altre Regioni, considerandola in netto contrasto con il principio di uguaglianza sostanziale e con la funzione sociale dell’ERP.
“La Lega si vanta - dichiara il sindaco Michelangelo Betti - di bloccare una proposta di legge utilizzando lo strumento dell'emendamento, pensato per migliorare un testo. L'unico risultato è che chi ha bisogno di una risposta per il disagio abitativo dovrà aspettare. Il Carroccio abusa degli strumenti democratici quando è all'opposizione, ma ha un leader che aveva chiesto "pieni poteri" in caso di successo elettorale, dando l'impressione di voler limitare quegli stessi strumenti democratici”.
“La Lega ha scelto la via dell’ostruzionismo – afferma l’assessora alle politiche abitative Giulia Guainai – poiché in assenza di argomenti questo è l’unico strumento che sono in grado di contrapporre. L’effetto sortito è quello di creare ritardi e disagi, in un momento storico segnato da una gravissima crisi sociale ed economica, ai tanti cittadini ed enti locali in attesa dell’uscita del bando. La definizione della normativa regionale su questo tema è infatti il presupposto imprescindibile affinchè gli enti locali possano predisporre i relativi bandi per l’assegnazione degli alloggi ERP”.
Alloggi Erp: modifiche criteri di accesso ai bandi, chiesto parere di ammissibilità emendamenti
Slitta la revisione della legge regionale 2 del 2019: la Lega presenta oltre 2mila emendamenti. Il capogruppo Pd, Vincenzo Ceccarelli, chiede parere di ammissibilità. L’esame dell’atto viene rinviato alla prima seduta del mese di settembre. Salta perciò la seduta del Consiglio regionale prevista per domani
L’adeguamento della legge regionale 2 del 2019 commissione Sanità sull’edilizia residenziale pubblica (Erp) slitta alla prima seduta del Consiglio regionale nel mese di settembre. La seduta di oggi si è conclusa con la richiesta di un parere di ammissibilità, richiesto dal capogruppo del Partito democratico, Vincenzo Ceccarelli, e accolto dal presidente dell’Assemblea toscana, Antonio Mazzeo, della corposa mole di emendamenti presentati dal gruppo della Lega. Il testo era passato a maggioranza in commissione Sanità e politiche sociali, presieduta da Enrico Sostegni (Pd), aveva dato il via libera a maggioranza, con il voto favorevole del Partito democratico, l’astensione di Fratelli d’Italia e il voto contrario della Lega.
Per effetto del rinvio al parere di ammissibilità degli emendamenti, essendo la legge sugli Erp l’ultimo atto rimasto in discussione, salta la prevista seduta del Consiglio regionale di domani, giovedì 29 luglio.
È stato lo stesso presidente Sostegni a illustrare in Aula il provvedimento, ritenuto necessario alla luce di una sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità di una norma analoga contenuta in una legge regionale della Regione Lombardia, nella quale si fissa il requisito della residenza (o dell’attività lavorativa) da più di cinque anni sul territorio regionale come condizione di accesso al beneficio dell’alloggio di edilizia residenziale pubblica. La norma è stata giudicata in contrasto con i principi di uguaglianza.
Il requisito di accesso ai bandi viene quindi eliminato anche nella proposta di legge toscana e si introduce una più articolata premialità nella formulazione della graduatoria per la residenza, già a partire dai tre anni di residenza o attività lavorativa, secondo quanto proposto da un emendamento presentato da Fratelli d’Italia: sarà riconosciuto un punto a chi vive o lavora in Toscana da almeno tre anni; 2 punti per i cinque anni; 3 punti per i dieci anni; 3,5 punti per i quindici e 4 punti per i venti anni di residenza o attività lavorativa nella nostra regione. “Si tratta di un intervento che si rende necessario per ridare certezze al sistema e permettere di far ripartire i bandi per le case popolari in sicurezza”, dichiara il presidente Sostegni. “Si tratta di evitare il rischio di annullamento di tutti gli atti che sono stati approvati e fatti sulla base della norma che fosse dichiarata illegittima”. Il presidente Sostegni ha riportato all’Aula un pronunciamento di Anci Toscana, che evidenzia un “rallentamento delle procedure per rispondere al bisogno abitativo dei nuclei familiari e risolvere l’incertezza”, dopo che “molti Comuni hanno deciso il rinvio dei bandi per evitare ricorsi e impugnazioni”. Si stima, ha spiegato Sostegni, che il numero di Comuni toscani potenzialmente interessato dall’emanazione di nuovi bandi sia di circa cento”.
È stato Giovanni Galli a illustrare la posizione della Lega e annunciare la presentazione degli emendamenti. Il consigliere ha ripercorso le sentenze della Consulta sul tema, rilevato “un ribaltamento della linea di giudizio” determinato dalle ultime sentenze, osservato che la legge regionale toscana “ha garantito l’obiettivo di riflettere lo specchio del contesto sociale: in Toscana gli stranieri sono circa il 12 per cento e gli alloggi Erp destinati agli stranieri dal 2019 sono circa il 12 per cento”. La Lega, ha spiegato Galli, “difende il principio della residenzialità come criterio di accesso”, ha ricordato che il gruppo “ha proposto tre modifiche alla proposta di legge: la definizione di un ragionevole periodo di residenza per accedere ai bandi; l’applicazione di procedure di accertamento del patrimonio immobiliare in altri Paesi per gli stranieri; l’introduzione di un punteggio premiante per la conoscenza della lingua italiana”. Proposte che non sono state accolte, spiega Galli, che valuta gli emendamenti proposti da Fratelli d’Italia “un compromesso che rappresenta un passo avanti, ma non è sufficiente”, giudica l’accoglimento da parte del Pd “un tentativo di spaccare l’opposizione di centrodestra, che non andrà a segno” e annuncia la presentazione degli emendamenti.
“Di fronte a 2mila 249 emendamenti chiediamo il parere di ammissibilità – ha dichiarato in Aula il capogruppo Pd, Ceccarelli –. Si sfocia in una battaglia ideologica che porterà tempi più lunghi per rispondere alle esigenze dei Comuni”. L’assessore Serena Spinelli ha assicurato al presidente Sostegni il supporto alla commissione per l’esame degli emendamenti.