Michelangelo Betti interviene sulla situazione della Città del Teatro.
Ci è giunto un comunicato di Michelangelo Betti, ex presidente del cda della Fondazione Sipario Toscana, per quanto riguarda la situazione attuale. Ormai seguiamo il nuovo corso e la nuova amministrazione del teatro con vivo interesse, cercando di tener presente,.per diritto e dovere di cronaca, tutte le prese di posizioni.
Dopo la polvere e il fango
È stata una settimana caotica per il teatro di Cascina. Un caos che ha fatto male all'ente culturale più importante del Comune. Un ente rilevante anche oltre i confini provinciali e regionali. Per dar modo alla nuova amministrazione di lavorare da subito mi sono dimesso a giugno: se non lo avessi fatto, l'assessore Dario Rollo avrebbe già ricevuto una denuncia per danni da parte della Fondazione a mia firma. Una denuncia per difendere il patrimonio costruito in oltre 20 anni.
Le parole spese sul teatro in questa settimana sono scellerate. Un teatro lavora in base alla propria credibilità e immagine. Fattori fondamentali nei rapporti con cittadini, spettatori, istituti di credito ed enti finanziatori. Che la proprietà si impegni per demolirli entrambi è un indice di scarsa avvedutezza o della volontà di chiudere la struttura.
L'importante è guardare al merito. Da anni la situazione del teatro, come di tanti teatri italiani, è difficile, ma con sacrifici e scelte di rigore l'attività è andata avanti ed è anzi cresciuta. Da qualche mese non è invece più chiaro quale sia il futuro del teatro. Si parla del passato, ma il secondo semestre 2016 e le prospettive per il 2017 mi paiono disastrose.
La chiave di volta degli attacchi alla passata gestione del teatro è stata la relazione della Bompani Srl. Un testo redatto, secondo la stessa Bompani, per un'analisi che sarebbe dovuta restare confidenziale, dato che era redatta senza rispettare i criteri di revisione contabile per i pochi dati forniti dagli amministratori. La relazione correttamente prende atto della perdita di circa 700mila euro nei bilanci successivi al 2008, per cui è stato attivato un finanziamento con un istituto di credito del territorio. Un piano di rientro approvato dagli enti di controllo. La stessa relazione individua 800mila euro di debiti in sette mesi, che sarebbe maturato tra gennaio e luglio 2016. Un calcolo basato su stime poco fondate.
Un'altra strategia ha portato all'estrapolazione di parte dei verbali del passato consiglio di amministrazione, declamati in municipio come prove di non si sa quale colpa. Non sempre la profusione di dati porta però a rappresentazioni oggettive: l'assessore Rollo ha solo ripercorso (male) l'impegno del passato CdA per tenere la barca in pari. Rifarei ogni scelta.
Intanto il presidente uscente Andrea Buscemi sembra giocare a trasformare il teatro nel suo spazio per le prove e nel suo studio televisivo. Mi pare che sia una ben triste sorte per un centro di produzione teatrale con un bilancio annuo di un milione e 600mila euro.
Gli amministratori minacciano denunce contro chi li ha preceduti. Personalmente ritengo che quella del teatro sia una partita tutta politica legata al futuro del territorio e la minaccia di denunce sia solo un modo di avere visibilità. Da privato cittadino valuterò anch'io come tutelarmi. Mi pare di aver avuto in questi giorni sufficiente materiale.