Arcigay Pisa contro. "Ennesimo articolo transfobico"
Pinkriot: "La mancanza di formazione su questi temi non è giustificabile e rappresenta a nostro avviso una mancata assunzione di responsabilità nei confronti del ruolo che i media ricoprono nella nostra società"
Pinkriot Arcigay Pisa ne è convinta: sui temi dell'identità di genere e sul linguaggio da utilizzare per raccontarli, resta ancora molto da fare. L'accusa è netta e si rivolge ad un articolo del Tirreno, in cui, a detta dell'associazione, "si racconta dell’arresto di una donna 38enne di Pisa con dei toni e un linguaggio assolutamente inadeguati a un quotidiano di informazione pubblica".
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VOCABOLARIO LGBT+
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Qua di seguito il comunicato di Pink Riot Arcigay Pisa
È con sgomento che leggiamo l’articolo apparso mercoledì 15 dicembre su Il Tirreno Pisa, a firma P.B., in cui si racconta dell’arresto di una donna 38enne di Pisa con dei toni e un linguaggio assolutamente inadeguati a un quotidiano di informazione pubblica.
È vergognosa l’insistenza con cui nell’articolo si ribadisce che la protagonista della vicenda è una donna trans, usando quasi esclusivamente il pronome maschile senza alcun rispetto della sua identità di genere. Stupisce, soprattutto, che questo particolare dell’identità della donna sia anche solo menzionato, in una vicenda in cui il fatto che Daniela sia una donna trans non rappresenta un elemento rilevante ai fini della notizia.
Il/la giornalista avrebbe eventualmente potuto trattare questo aspetto della vita di Daniela in relazione al tema dell’isolamento e dell’abbandono sociale che ancora oggi molte persone trans* devono subire ma il tono canzonatorio con cui viene trattato il disagio sociale e la salute mentale di Daniela non danno adito a dubbi: il tentativo è quello di dipingere l’ennesima macchietta, di richiamare e alimentare un immaginario cupo in cui la violenza è legata a doppio filo con l’esperienza trans*.
Come Pinkriot Arcigay Pisa condanniamo duramente la testata e la/il giornalista. La mancanza di formazione su questi temi non è giustificabile e rappresenta a nostro avviso una mancata assunzione di responsabilità nei confronti del ruolo che i media ricoprono nella nostra società. Il modo in cui raccontiamo le vite delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans*, intersessuali, asessuali e queer (LGBTIAQ) influisce sulla percezione pubblica e, in ultima istanza, aiuta a costruire una società libera dagli stereotipi e realmente inclusiva di tutte le soggettività.
Pinkriot Arcigay Pisa sarà sempre disponibile a un confronto con le redazioni e gli organi di informazione per poter costruire percorsi formativi che aiutino le redazioni a adoperare un linguaggio corretto, scevro da pregiudizi e non condizionato da rincorse al sensazionalismo ma è tempo che le/i professioniste/i dell’informazione riconoscano che il sistema dei media ha un problema di formazione e che risolverlo è sempre più urgente.