A marzo migliora la domanda di lavoro in provincia di Pisa
+17% rispetto al marzo 2021. Frena la domanda di lavoro nel manifatturiero e nelle costruzioni. Segnali positivi per turismo, servizi alle imprese e alle persone. Frena ancora il commercio
Marzo all’insegna di un certo miglioramento sul versante della domanda di lavoro rispetto al 2021. I dati del Sistema informativo Excelsior, indagine realizzata da Unioncamere in collaborazione con ANPAL ed elaborati dalla Camera di Commercio di Pisa, segnalano una ripresa della domanda di lavoro delle imprese pisane con dipendenti del settore industriale e dei servizi pari al +17% tra il marzo 2021 (mese fortemente condizionato dagli effetti della pandemia) ed il marzo 2022. Inoltre, per quanto possa considerarsi rilevante, si registra un aumento anche rispetto a febbraio 2022 (+380 unità pari a circa +21%). Una tendenza, quella pisana, in linea con quella nazionale che con 359mila entrate programmate a marzo 2022 fa registrare una crescita di 41mila in più (+13%) rispetto a febbraio e di 67mila in più (+22,9%) rispetto ad un anno fa.
In termini di valori assoluti, a marzo 2022, le imprese pisane prevedono di assumere 2.210 persone corrispondenti ad un aumento di 320 unità rispetto allo stesso mese del 2021 e, quelle che prevedono assunzioni continuano ad essere appena il 10% del totale. Il al gap domanda-offerta di lavoro a Pisa rimane su valori sempre molto elevati (il 38% del totale delle posizioni offerte è difficile da coprire a causa di mancanza di candidati ovvero canditati non considerati idonei dalle imprese) ma con l’unico conforto di posizionarsi meglio rispetto al dato nazionale dove la situazione si è ulteriormente aggravata raggiungendo il 41% delle entrate programmate: un aumento di 9 punti percentuali rispetto a marzo 2021 quando erano difficili da reperire il 32% dei profili ricercati. «I dati di marzo, sia livello nazionale che locale, raccontano una certa tenuta della domanda di lavoro frutto, evidentemente, di una ripresa che almeno in alcuni settori sembra farsi più concreta. Tuttavia, quello che pesa maggiormente – spiega Valter Tamburini Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Pisa - è il quadro di generale incertezza e preoccupazione che sta aggravandosi per la crescente difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, la crescita dei costi di produzione e l’intensificarsi del conflitto in Ucraina. E’ ovvio che una tale situazione non favorisca la propensione ad assumere delle imprese ma, cosa ancora più grave, è concreto il rischio che la ripresa possa subire una battuta d’arresto. Siamo dentro ad una una nuova fase, anch’essa imprevista come quella pandemica – conclude Tamburini – in cui dobbiamo farci trovare pronti a ridefinire politica generale ed azione locale».
Nel 76% dei casi (in aumento del +4% rispetto ad un anno fa) la domanda di lavoro del mese di marzo risulta trainata dai contratti a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita) mentre per il restante 24% le assunzioni saranno di tipo stabile, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Le assunzioni previste si concentreranno per il 64% nel settore dei servizi e per il 70% nelle imprese con meno di 50 dipendenti, il 20% di tutte le entrate sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici in sintonia alla media nazionale (21%). Per una quota pari al 28% dei contratti, il lavoro sarà offerto a personale under 30 e per il 70% delle entrate continua ad essere richiesta esperienza professionale specifica o nel medesimo settore.
Con riferimento ai settori, la tendenza si inverte rispetto ai mesi precedenti. I servizi, che erano il settore che aveva pesato maggiormente in termini di flessione della domanda, è invece quello che, al marzo 2022, determina da solo la crescita provinciale. Tutto l’aumento in termini numerici (+320 unità, +33%), infatti, proviene da quell’ambito. Frena invece l’industria (-40 unità pari al -5%). All’interno dell’ambito, la contrazione della domanda di lavoro interessa sia il manifatturiero (-20 unità pari al -3%, che tuttavia non gli fa perdere la prima posizione tra i comparti che assorbono più manodopera) che le costruzioni (-20 unità corrispondenti al -9%). Preme a questo proposito segnalare l’indebolimento della spinta offerta dai “bonus” attivati con i provvedimenti legislativi.
Tornando ai servizi, la cui domanda di lavoro cresce complessivamente di un terzo rispetto ad un anno fa, si aggrava la difficoltà del commercio (-70 unità pari ad un -22%). Sembra invece ripartire il turismo, che risale sensibilmente la china facendo registrare un aumento della domanda di lavoro di 220 unità corrispondente ad un +169%. Buoni i risultati sia per i servizi alle imprese che a marzo 2022 crescono del 22% rispetto allo stesso mese del 2021 che per quelli alle persone che avanzano del 47% rispetto ad un anno fa.
Considerando i macro-gruppi professionali, si rileva una crescita significativa sia tra le professioni non qualificate (+30% tra marzo 2022 e lo stesso mese del 2021) sia tra quelle con elevato livello di specializzazione (+29%). Buono il risultato anche per la domanda di impiegati e professioni del terziario (+35%) mentre è in calo, infine, la domanda di operai specializzati (-5%) che, tuttavia, rappresenta il primo gruppo professionale della provincia.
Tra le professioni ad elevata specializzazione continuano ad essere di difficile reperimento gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche, i progettisti, ingegneri e professioni assimilate, i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione ed i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell'istruzione (difficili da trovare, rispettivamente, nell’82%, nel 45%, nel 50% e nel 51% dei casi). Tra le professioni dei servizi e nonostante l’aumento considerevole della domanda registrato nel settore del turismo, continuano a palesarsi le maggiori difficoltà di reperimento di cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (il 39% dei 260 posti offerti). Difficili da trovare anche gli operatori dell'assistenza sociale (il 54% dei 60 posti disponibili) e della cura estetica.
Gli operai specializzati più difficili da trovare sono quelli dell’edilizia e della manutenzione degli edifici (76% dei casi) e delle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche (41% dei casi). Resta complessa la situazione dei conduttori di mezzi di trasporto (48% dei casi).
A marzo 2022, le posizioni offerte ai laureati rappresentano il 15% del totale e il dato è lievemente superiore a quello dello stesso mese del 2021 (13%). In calo la quota di personale in possesso di diploma (28% contro il 34% del marzo 2021). La flessione più marcata si registra per gli ingressi di personale con qualifica o diploma professionale (il 17% a marzo 2022 contro il 23% dello stesso mese del 2021). Considerando i titoli di studio chiesti ai neo-assunti, a marzo 2022 la quota più consistente continua ad essere appannaggio del personale con la sola scuola dell’obbligo che peraltro cresce sensibilmente: 39% contro il 28% di un anno fa.
Nel comparare i dati la Camera di Commercio precisa come sarebbe stato più interessante il confronto tra i dati di marzo 2022 e quelli del corrispondente periodo del 2020, mese in cui gli effetti della pandemia erano ancora agli inizi. Purtroppo i dati relativi a quel periodo non sono disponibili essendo stata sospesa a suo tempo la rilevazione proprio a causa del Covid-19. Comparazione possibile, dunque, soltanto con il corrispondente mese del 2021. I dati di marzo 2022 provengono dall’analisi della Camera di Commercio di Pisa sui dati del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, sulla base delle entrate previste dalle imprese con dipendenti dell’industria e dei servizi a marzo 2022: un’indagine che ha coinvolto in provincia di Pisa un campione di 986 aziende in tre tornate di indagine mensili. Le informazioni sui flussi di entrate programmate dalle imprese riguardano le attivazioni di contratti di lavoro (a tempo indeterminato, a tempo determinato, stagionali, a chiamata, apprendistato, in somministrazione, di collaborazione coordinata e continuativa ed altri contratti non alle dipendenze) della durata di almeno un mese solare (pari ad almeno 20 giornate lavorative) per il trimestre oggetto di indagine.