"Relazioni familiari bene comune", un convegno che umilia le donne
Dura presa di posizione di "Una Città in Comune" che se la prende con Regione e Comune che hanno patrocinato l'incontro
Ancora prese di posizione politiche contrarie al convegno del 21 maggio dal titolo Relazioni familiari, bene comune, patrocinato dal Comune di Pisa e dalla Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Toscana, organizzato da un’associazione,“Mantenimento Diretto” «Ci risiamo, scrive Ciccio Auletta di “Una città in comune”. Grazie a Non Una di Meno, Casa della Donna e Aied abbiamo appreso la nuova chicca: convegno Relazioni familiari, bene comune, che riprende nel suo nome una delle idee della discussa proposta di legge su separazione e affido del sempreverde Senatore Pillon. Bocciata quella proposta, lui di nuovo ci riprova insistendo sulla cosiddetta bigenitorialità. Hanno fatto benissimo le associazioni a denunciare il sostegno istituzionale al convegno a Pisa: è ripartita la campagna rivolta a umiliare e penalizzare le donne e a diffondere teorie ascientifiche come quelle della PAS, la sindrome di alienazione parentale».
«La Regione Toscana non è nuova a sostenere iniziative di sostegno alla galassia delle realtà impegnate nell’attacco ai diritti di autodeterminazione delle donne, spiega ancora Auletta. Ricordiamo, ad esempio, che tre anni fa, la Regione insieme con le tre Aziende Sanitarie, su proposta dell’assessora alla sanità Stefania Saccardi, ha sottoscritto il piano di attuazione triennale tra la Regione Toscana e il “Forum toscano delle associazioni per i diritti della famiglia”, un’organizzazione esplicitamente antiabortista, stanziando la ragguardevole cifra di 195.000 € per attività consultoriali su percorso nascita e interruzione volontaria di gravidanza È deprecabile che proprio la Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Toscana presti il fianco ad un movimento potentissimo e retrogrado che, ripetendo come un mantra l’assoluta necessità della bigenitorialità indipendentemente dalle reali necessità delle bambine e dei bambini e dalla presenza di violenze in famiglia, di fatto diffonde pensieri e pratiche che mortificano le donne ed i bambini e le bambine».
«Ugualmente deprecabile, conclude “Una città in comune” è il sostegno dato dal Comune, l'ente che la Costituzione vuole il più immediatamente responsabile dei bisogni della popolazione: anche questa amministrazione non è nuova al sostegno del coacervo delle iniziative a difesa della famiglia tradizionale, che seminano nel paese omofobia e patriarcato. Per questo noi sabato ci saremo, assieme a Non una Di Meno Aied e Casa della Donna: abbiamo già fermato, nel 2018, le proposte retrograde del Senatore Pillon e delle potenti associazioni di ultradestra che lo sostengono, e le fermeremo ancora».