Il Pisa merita rispetto
A Cittadella partita rovinata dal burattinaio che muove i fili del Var, il Pisa dimostra comunque di essere sulla strada giusta
Togliamoci subito il pensiero e parliamo di Var e di quanto successo nei surreali nove minuti di Cittadella-Pisa, quelli che hanno deciso le sorti della partita. Il Var così non funziona, anzi, il Var così rappresenta un cancro per il gioco del calcio. Introdotto perché avrebbe dovuto essere di aiuto ai direttori di gara in realtà si è trasformato nello strumento del demonio a disposizione di fischietti tenuti a riposo comodamente seduti a centinaia se non migliaia (per le partite più a sud) km di distanza e da una comoda stanzetta decidono le sorti di una partita.
Cittadella-Pisa è stata decisa così, era una partita nella quale l’arbitro stava facendo bene il suo mestiere, finche non è stato mandato in confusione dal richiamo per un fallo che nessuno ha visto e che infatti non c’era o se c’era bisogna chiarirsi perché quello di Machin di 70 giorni fa in Pisa-Monza non è stato degno di revisione e questo invece si. Per lo stesso principio è stato concesso il secondo rigore, il terzo, a frittata ormai fatta è l’unico che l’arbitro sul campo ha visto, anche se la sua assegnazione lascia qualche dubbio. Voler applicare la tecnologia lasciando discrezionalità ai signori con il fischietto è l’aborto peggiore del il mondo del calcio poteva partorire, dispiace solo che questa catena di eventi grotteschi sia capitata in serie B, un campionato sostanzialmente ignorato da giornali e TV nazionali e quindi quello di Cittadella resterà derubricato ad un “episodio curioso” ignorando che anche in serie cadetta si investono milioni per vincere le partite e si pretende che a giudicare l’operato in campo ci siano professionisti. Già dei professionisti, anche sulla scelta degli uomini ci sarebbe molto da discutere perché il Pisa, da parte di chi nell’ombra manovra le pedine da mandare su è giù per l’Italia, merita rispetto. La finalista degli ultimi playoff non meritava un arbitro pressoché esordiente, al rientro dopo un lunghissimo infortunio (Zufferli) e un addetto al Var, Serra (nella foto), che dopo quello che ha combinato lo scorso anno in Milan-Spezia, con tanto di piantino al termine della gara, è letteralmente schifato dall’intero sistema calcio.
Fin qui la valutazione e l’analisi più anche essere considerata soggettiva, veniamo adesso ai dati oggettivi e inconfutabili: Zufferli, ormai sull’orlo della crisi di nervi, ha concesso un recupero ai limiti dell’errore tecnico: la TV mostra senza timore di essere confutata, perché la matematica non è un’opinione, che sul primo rigore si inizia a discutere al minuto 49, salvo poi battere il penalty al minuto 56. 7 giri d’orologio di interruzione ai quali si sommano quelli persi per il terzo rigore, per le reti segnate, per gli infortuni, su tutti quello di De Vitis e Danzi che si sono scontarti in area di rigore sbattendo il capo e le sostituzioni (6 slot). Insomma anche quello dei minuti di recupero, e qui si entra nel campo del tempo effettivo, sarebbe un tema da approfondire, certo toglierebbe potere e discrezionalità agli arbitri, come il var a chiamata, ed è quello che il palazzo evidentemente non vuole.
Per chiudere questo lungo “pistolotto” su un tema come quello di Var e arbitri che speravamo di non dover affrontare, almeno non al pronti via del campionato, un mero dato statistico: il Pisa in 45 partite di campionato, più due di Coppa Italia, disputate con l’ausilio della tecnologia, non ha mai neanche una volta, avuto il piacere di vedere un’azione dubbia a suo favore rivista al monitor a bordo campo, siamo ai limiti del guinness dei primati, come del resto subire tre rigori in nove minuti due dei quali assegnati da Cologno Monzese.
Chiuso l’argomento sul quale speriamo di non ritornare mai più, la partita: si è visto un Pisa in netta ripresa rispetto alla partita di Coppa con il Brescia, del resto come ha detto Maran il tempo lavora per questa squadra e ad inizio stagione in una settimana i calciatori, anche sotto il profilo della condizione fanno progressi a volte impensabili. I 90’ di Cittadella, pardon, gli 80’ del Tombolato, per essere più precisi, ci hanno detto che Esteves è senza dubbio un buon calciatore, che Ionita ha bisogno di tempo, che Jureskin probabilmente è più un'ala che un terzino e che “i vecchi”, soprattutto di militanza come De Vitis e Masucci, hanno un cuore grande così e nel tourbillon del mercato spesso vengono ignorati, mentre invece sono fondamentali, sia a livello qualitativo, che a livello di spogliatoio, ai nuovi hanno già insegnato cosa vuol dire giocare nel Pisa e la rimonta “strozzata”, innescata dall’ingresso in campo di Morutan (questo è un campione, fate pure lo screenshot dell’articolo) ne è la prova provata.
Ora niente drammi, sabato arriva il Como, una squadra ambiziosa ma pure in rodaggio, servirà un ulteriore passo in avanti sul piano della condizione e dell’amalgama e servirà anche un’Arena che faccia appieno la sua parte, perché è facile innescare la caccia al biglietto per la finale dei playoff, farlo per la seconda di campionato invece sarebbe principalmente un gesto tangibile e non a parole, di amore per la squadra.