Paolo Fontanelli: "Si vuole limitare la libertà di autodeterminazione delle donne"
L'ex sindaco di Pisa interviene sulla proposta dell'onorevole Gasparri di modifica dell'art. 1 del Codice Civile
Riportiamo a seguito il comunicato giunto in redazione del coordinamento provinciale Pisa Sinistra Civica e Ecologista
"La legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, figlia di una grande stagione riformista del nostro paese, ha sancito un importante cambiamento sul tema della sessualità e dell’autodeterminazione delle donne in merito alle scelte procreative.
La proposta di legge a firma dell’onorevole Gasparri, volta a modificare l’art. 1 cc, nel senso di anticipare l’acquisto della capacità giuridica dalla nascita, al concepimento, di fatto equiparando sin da tale momento lo status giuridico del nascituro a quello della madre, renderebbe di fatto illecito l’aborto, e rappresenta pertanto un modo per cancellare subdolamente la legge 194/78, anche senza intervenire formalmente su di essa.
Se questa riforma venisse approvata, in un batter d’occhio sarebbero cancellati non solo anni di battaglie delle donne per vedere riconosciuto il loro diritto di autodeterminarsi, di cui le scelte procreative e la libertà sessuale costituiscono fondamentali forme di esercizio, ma altresì il lavoro dei giuristi dell’epoca che ci consegnarono una legge capace di operare nel modo più alto quel bilanciamento di interessi e diritti, tutti costituzionalmente garantiti, necessario ad assicurare il pluralismo ideologico tipico di qualsiasi società democratica, dal diritto alla salute e alla vita della donna, alla tutela del nascituro, all’obiezione di coscienza.
La ratio ispiratrice della legge 194/78 è tanto alta, quanto bassa è quella che muove l’onorevole Gasparri, firmatario della proposta di legge di riforma dell’art. 1 c.c., la cui unica volontà è quella di incidere, limitandola, sulla libertà di autodeterminazione delle donne. La società patriarcale che costituisce il modello socio-culturale cui la destra si ispira, si fonda sulla limitazione delle libertà e dei diritti per consentire la sopraffazione dei forti sui deboli, dei ricchi sui poveri, degli uomini sulle donne.
La limitazione della libertà di autodeterminarsi delle donne, anche attraverso l’inibizione della sessualità le riporterebbe ad essere l’anello più debole di una struttura sociale non egualitaria e questo dimostra ancora una volta come il fatto che sia una donna a capo del governo è del tutto irrilevante se i valori che promuove sono contro le donne".