L'iniziativa. Dopo il bullo picchiato dal professore, Pontedera porta la scuola in Corso Matteotti
Nella Città della Vespa, da tempo, si ripetono casi sempre più al limite per quel che riguarda il settore della scuola
Negli ultimi anni è accaduto un po' di tutto.
A Pontedera, presso il Villaggio Scolastico, si sono registrati pestaggi ed episodi di bullismo da cronaca nera, ma anche casi in cui il personale scolastico, per evitare che gli alunni occupassero gli edifici, respingesse gli occupanti a calci nel sedere, letteralmente.
Qualche settimana addietro, invece, il caso di un ubriaco entrato in un plesso scolastico, scambiato per uno studente e ritrovato all'interno della sala insegnanti completamente fuori si sé, collassato e pronto a dare battaglia.
Di pochi giorni fa, la notizia, sconvolgente, riportata dal Tirreno e finita sulle prime pagine nazionali, del professore che umiliato da un alunno-bullo, ha reagito alla situazione sferrando un pugno nello stomaco del ragazzo. Anche in questo caso con tanto di video pubblicato e di reazioni da parte della politica e delle istituzioni.
Con la nascita di due diverse fazioni: quella che sta con il prof violento e quella che invece, non ammette che un educatore, anche se provocato, possa reagire in quel modo.
Sabato 5 novembre il Comune di Pontedera, conscio della situazione attraversata in città, ha voluto rispondere con un'iniziativa in piazza, una sorta di installazione in Corso Matteotti, per invitare alla "riflessione tutte le componenti scolastiche: dirigenti, insegnanti, genitori, studenti".
Scrive il Comune sull'iniziativa
La scuola al centro. Nel vero senso della parola. Il Comune di Pontedera pone le politiche scolastiche ed educative al primissimo posto e, per dimostrare materialmente il ruolo fondamentale della scuola e disegnare la società del futuro, ha deciso di piazzare stamattina nel centralissimo Corso Matteotti, all'altezza di piazza Curtatone, banchi e lavagne. Lavagne sulle quali vengono poste domande che invitano alla riflessione tutte le componenti scolastiche: dirigenti, insegnanti, genitori, studenti.
"Abbiamo smesso di educare i nostri figli? Come fare scuola? Come essere scuola? Le istituzioni investono davvero sulla scuola? La s(q)uola che non c'è", si legge.
E l'aula allestita sul Corso ha colto subito nel segno, con tante persone che si sono avvicinate stimolando la riflessione sui temi proposti.
Coinvolgimento e non esclusione, responsabilizzazione e dialogo, "In una discussione intergenerazionale, collettiva e programmatica dove docenti, studenti, famiglie, istituzioni e associazioni, costruiscano insieme un orizzonte condiviso a cui tendere in cui ciascuno si senta e ritorni a sentirsi seduto su quei banchi, davanti o dietro quelle cattedre, lungo quei corridoi dove il camminare si fa cammino", spiega il sindaco di Pontedera Matteo Franconi.
"Occorre tutti stare dalla parte della scuola - aggiunge l'assessore comunale alle politiche educative Francesco Mori lanciando l'idea di una conferenza programmatica da cui elaborare una "Carta di Pontedera" da portare al livello della discussione politica nazionale. "Sfide metodologiche, riflessioni sulle competenze, ripensamento del tempo del fare ed essere scuola", spiega Mori.
Con il ruolo fondamentale giocato dai genitori: "La generazione dei genitori di oggi, seduta su quei banchi, non può non sentirsi fattore integrante e responsabile nella filiera delle soluzioni", conclude il sindaco.
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