Teatro Rossi di Pisa. Dopo l'assegnazione del Demanio politica sul piede di guerra
Due distinti comunicati chiedono maggiori informazioni sulla gestione della struttura affidata per 30 anni alla GDS Art Management di Sassari
Scrive Paolo Martinelli, candidato a sindaco del centrosinistra
Martinelli chiede una discussione pubblica: "Dato per 30 anni a un privato di Sassari. Con quali garanzie e quale progetto?"
"Nella città che costruiremo, finalmente si smetterà di ignorare le realtà associative e culturali attive e di voltare le spalle alle esperienze più vitali del territorio. Coinvolgimento e partecipazione sono le parole d’ordine del nostro progetto per Pisa". A dichiararlo, a proposito dell'affidamento del Teatro Rossi a una gestione privata, è il candidato sindaco del centro sinistra Paolo Martinelli, che prosegue: "Molti conoscono il Teatro Rossi, il più antico della città, grazie al lavoro e alla cura degli attivisti del Teatro Rossi Aperto, che ne hanno fatto per 8 anni uno spazio vivo e vitale, dimostrandone l’enorme potenzialità.
Se ne poteva fare un vero teatro della città se le istituzioni pisane avessero pensato di acquisirne la proprietà e immaginare un percorso di riapertura partecipato, come suggeriva l'esperienza di autogestione. Invece si è scelta la strada dell’affidamento a una gestione privata, alla GDS Art Management di Sassari, per i prossimi 30 anni, con un canone annuo di 24 mila euro, un importo minimo per un bene come il Teatro Rossi.
Ci auguriamo ovviamente - prosegue Martinelli - che sia un progetto affidabile, per il bene della città, ma restano domande fondamentali senza risposta: l'impresa assegnataria è in grado di sostenere le spese di ristrutturazione e messa in funzione? Sono previsti altri soggetti o enti finanziatori? È possibile conoscere il piano economico-finanziario con cui è stata assegnata la concessione? Si sente parlare e si legge di una società che sarà costruita ad hoc, alludendo a investitori locali e nazionali e a una ristrutturazione di cui non si conoscono elementi. Altra domanda: quale idea di cultura e teatro anima il progetto presentato? Possibile che questi punti non siano già delineati e che non sia possibile condividerli con la città? Sono domande che esigono risposte chiare e riguardano tutta la città. Per questo - conclude Martinelli - chiedo pubblicamente all'Amministrazione comunale un percorso trasparente e una discussione pubblica sul progetto che si è aggiudicato la gestione del Teatro Rossi".
Scrivono Una città in Comune e Rifondazione Comunista.
Fuori i nomi. Pretendiamo trasparenza. Fatto accesso agli atti al Demanio
Ancora una volta solo grazie alla nostra denuncia e al nostro lavoro la città è venuta a conoscenza delle grandi manovre che si stanno muovendo intorno al Teatro Rossi. E purtroppo tutte le nostre preoccupazioni sembrano ancora una volta essere fondate. Avevamo subito avanzato dubbi sulla società che aveva vinto il bando della Agenzia del Demanio visto che nei fatti è priva di qualsiasi attività e solidità. E questi sono confermati dallo stesso Destasio della società Gds Arts Management, vincitore della gara, che serenamente ha spiegato di essere un "prestanome", di essere stato contattato da imprese locali e nazionali che si occupano di restauri di immobili storici per partecipare al bando e che la sua società, che ha vinto la concessione, non sarà quella che si occuperà dei lavori e della gestione ma che sarà fatta un'altra società ad hoc con queste imprese. Ma chi sono questi imprenditori? Chi sono le imprese locali e nazionali dietro De Stasio? Perche, se ci sono interessamenti locali non si sono manifestati quando il dibattito sul teatro era vivo e scottante? E ancora, cosa sapeva la Soprintendenza? Era per caso a conoscenza di disponibilità economiche che avrebbero reso facile a chiunque i lavori di recupero dell’immobile?
Vogliamo la massima trasparenza su un bene comune così prezioso ed unico della nostra città. Quale è il progetto di recupero e quale quello culturale? Torneremo alla "gloria degli Uffizi Pisani", di un parco giochi turistico in cui la cultura fa da cornice ? Anche su questo non si sa nulla e non c'è nessun coinvolgimento e nessun percorso pubblico, a partire dalla esperienza del Teatro Rossi Aperto che per 8 anni ha restituito alla cittadinanza questo spazio.
Il Comune di Pisa sa qualcosa, è stato coinvolto o informato? Da parte nostra abbiamo fatto un accesso agli atti nei confronti della Agenzia del Demanio per avere tutta la documentazione. Serve un confronto pubblico e soprattutto chiarezza e trasparenza su chi sono i veri investitori e quali sono le loro intenzioni.